Jean-Baptiste Lislet Geoffroy, primo scienziato meticcio delle Mascarene

Membro della prima società scientifica di Mauritius, nel 1786 fu nominato membro corrispondente dell’Académie royale des sciences di Parigi. Ingegnere, geografo e spirito eclettico, ha lasciato la sua impronta a Madagascar, alle Seychelles, a La Réunion e a Mauritius.

Mauritius sta attualmente celebrando un doppio evento legato alla schiavitù. Sabato 1° febbraio, giorno festivo, il paese ha commemorato il 190° anniversario dell’abolizione della tratta negriera. Lunedì 3 febbraio si apre la conferenza dell’Unesco su «La rotta delle persone ridotte in schiavitù», un progetto avviato 30 anni fa. È anche l’occasione per riscoprire Jean-Baptiste Lislet Geoffroy, primo scienziato meticcio delle Mascarene. Membro della prima società scientifica di Mauritius, nel 1786 fu nominato membro corrispondente dell’Académie royale des sciences di Parigi. Ingegnere, geografo e spirito eclettico, ha lasciato la sua impronta a Madagascar, alle Seychelles, a La Réunion e a Mauritius.

Il geniale scienziato meticcio Jean-Baptiste Lislet Geoffroy ha partecipato ai grandi lavori di ingegneria civile e militare a Port-Louis tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, durante il sistema coloniale schiavista. Se c’è un luogo in cui la sua impronta è ancora visibile, è la Galerie du Génie – precedentemente Hôtel du Génie – che egli dirigeva. A lungo dimenticato, questo primo scienziato di sangue misto delle Mascarene rinasce oggi attraverso Grand Noir, Jean-Baptiste Lislet Geoffroy, un album di fumetti bilingue francese-inglese di 50 pagine firmato da Didier Sooben.

«Questo libro dimostra come, in un’epoca della nostra storia, ci siano stati la schiavitù, il Code Noir, che proibiva la mescolanza tra bianchi e neri, e, nello stesso periodo, ci sia stato un giovane, il primo meticcio che è diventato il primo scienziato della zona dell’Oceano Indiano», racconta l’autore réunionnais, il quale desidera ridare vita a questa figura storica di grande rilievo, nata a La Réunion e attiva a Mauritius.

Nato nel 1755 a La Réunion (all’epoca Île Bourbon), in pieno periodo schiavista, Jean-Baptiste Lislet Geoffroy era figlio di un bianco, ingegnere della Compagnia delle Indie, e dell’esclave Niama, una principessa della tribù Galam, sulla costa della Guinea. Il destino di Lislet Geoffroy è intimamente legato a Mauritius, La Réunion, le Seychelles e il Madagascar.

Divenuto ingegnere-geografo, si formò accanto al cavaliere di Tromelin e realizzò le prime carte geografiche precise delle Mascarene. Una di esse, di straordinaria precisione scientifica, è oggi esposta al Blue Penny Museum di Port-Louis. Un lavoro che continua a suscitare ammirazione in Emmanuel Richon, conservatore del museo:

«È a lui che dobbiamo le prime carte di Madagascar e delle Seychelles, così come le prime mappe che raffigurano, ad esempio, La Réunion e Mauritius, o ancora La Réunion, Mauritius e Rodrigues. È stato lui a creare le prime carte terrestri e marittime di tutta questa regione, le prime con un valore scientifico», spiega.

La sua competenza impressiona talmente il mondo scientifico che il 23 agosto 1786 viene nominato membro corrispondente dell’Académie royale des sciences in Francia. Nel 1810, durante la conquista britannica di Mauritius (all’epoca Isle de France), Lislet Geoffroy è comandante in capo del genio militare, a capo degli ingegneri incaricati delle infrastrutture e delle costruzioni. Le sue qualità vengono riconosciute anche dall’amministrazione britannica, che succede a quella francese sull’isola.

«Fu lui a consegnare le chiavi e a gestire il passaggio tra l’amministrazione francese e quella britannica. Un lavoro da diplomatico: in un certo senso, era anche un diplomatico, serviva da collegamento tra le due parti. Inoltre, realizzò le prime due carte geografiche inglesi dell’isola, che riportavano ancora il nome di Île-de-France», spiega.

Una questione affascina gli storici: come si è fatto conoscere Lislet Geoffroy nella regione? Secondo Pierre Baissac, presidente della Société royale des Arts et des Sciences di Mauritius, tutto iniziò a La Réunion, dove il naturalista francese Philibert Commerson lo scoprì durante il suo viaggio nelle Mascarene. «Fu il primo contatto con Lislet Geoffroy. Commerson, rientrando a Mauritius, ne parlò e lo fece venire. Così Lislet Geoffroy si stabilì a Mauritius come ingegnere, con i suoi uffici della marina qui a Port-Louis», spiega Baissac.

Jean-Baptiste Lislet Geoffroy morì a Port-Louis l’8 febbraio 1836, all’età di 81 anni. Alla notizia della sua scomparsa, l’Institut de France gli rese omaggio. Lo scienziato François Arago, allora ministro della Marina e delle Colonie nel governo provvisorio della Seconda Repubblica francese, lo celebrò all’Académie des Sciences come «un uomo di brillante intelligenza, un ricercatore di valore e un erudito».

Grand Noir, Jean-Baptiste Lislet Geoffroy di Didier Sooben è pubblicato da ARS Terres Créoles/Leko a La Réunion.

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Jean-Baptiste Lislet-Geoffroy e il senso dell’amore per gli umani

di Angelo Turco

Amo profondamente gli esseri umani, che volete. Mi piace osservarli: per strada, in treno, al ristorante, mentre giocano a bocce o a tressette in Piazza San Martino a Cerreto. Mi sciolgo di fronte alle loro opere, ai loro quadri, alla loro musica, alle filastrocche delle nonne, a capolavori culinari come la pasta con le fave o le zite all’amatriciana. Sono grato per quello che mi hanno insegnato e mi insegnano.

A volte, confesso, sento di poter smarrire il mio senso dell’amore per loro. Come quando arrivano certe notizie da Washington o da Roma, da Gaza o da Goma. Allora lascio i luoghi affollati e rimbombanti, spengo il telefono, sigillo il televisore e vado, se posso, in montagna a fare una passeggiata, o al mare, sperando in un bel tramonto. Oppure, se sono in campagna a Guardia, cerco di cogliere il crepitio della vita che si sveglia all’alba (provate, ve ne prego!), il segreto della pioggia, un profumo tenue che presto scompare.

Spesso non posso fare nulla di tutto questo. Ma ho una splendida occasione di ricambio: un libro, meglio se si tratta della storia di un personaggio che ti riconcilia con quell’amore che stai rischiando di smarrire.

Oggi capita a Jean-Baptiste Lislet-Geoffroy. Una biografia che sembra un romanzo: nasce alla Réunion (all’epoca si chiamava Ile Bourbon), nel 1755, da un ingegnere della Compagnia delle Indie e una giovane schiava soninké, originaria dell”Alto Senegal, dove la razzia di qualche signore della guerra mandingo o peul l’aveva fatta prigioniera e trasportata in un entrepôt verso Matam o Podor, per essere venduta a qualche ricco funzionario francese o mercante o possidente. Giovanbattista , pur figlio di una donna musulmana, è stato battezzato per volere del padre, che l’ha educato alle scienze del calcolo, del disegno, dell’astronomia, della meteorologia. Il bimbo cresce curioso, intelligentissimo, con una grande voglia di apprendere e di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti. Diventa ingegnere-geografo, una figura cruciale della cultura europea a cavallo dell’Ottocento, portata in auge da Napoleone e dalle sue armate che, nelle loro innumerevoli campagne, avevano bisogno di una cartografia precisa e dettagliata. Ed è proprio il Nostro il primo cartografo dell’Oceano Indiano: Madagascar, le Mascarene, con Mauritius e La Riunione. Le sue carte geografiche sono talmente precise che gli valgono la cooptazione nell’Accademia Reale delle Scienze di Francia (1786). La sua bravura è indiscussa, al punto che quando arrivano gli inglesi da quelle parti, a sostituire i francesi, lo mantengono al suo posto, dandogli quei mezzi di sostentamento che Parigi gli nega. Muore nel 1836.

È un mio antico collega, si parva licet, tanto più competente e tanto più esperto di me che non so fare nulla di quanto lui sapeva fare. Con tutta la mia ammirazione, mi commuovono di lui due cose. La prima è quel suo nomignolo, Lislet, che in antico francese siglifica “L’isolotto”: Jean-Baptiste nacque libero dalla sua mamma affrancata, ma illegittimo di Geoffroy; per molti anni dunque visse prendendo il cognome dal l.u.o.g.o. in cui era nato, L’Islet, appunto. La seconda è l’iscrizione che si trova sulla sua tomba a Mauritius, Cimitero dell’Ovest a Port-Louis:

Ici repose Jean-Baptiste Lislet-Geoffroy
Capitaine de Génie, âgé de 81 ans
Protecteur des malheureux.

Bé, sì, nella sua lunga e densa vita, ha trovato il modo di occuparsi dei meno fortunati. Grazie per loro Jean-Baptiste, e grazie per me.

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