Travaglio a Bocchino: “Io sono coerente, tu sei un voltagabbana al servizio di chi ti paga”

Italo Bocchino, uno dei megafoni più scarsi della Terza Repubblica. Espressione della mancanza di autonomia intellettuale per antonomasia. Anzi, della mancanza totale d'intelletto.

di Salvatore Granata

Quello che è successo l’altra sera ad Accordi&Disaccordi è qualcosa di epico.

Vedere Travaglio sbottare in quel modo è rarissimo. Né con Boccia né con Capezzone né con Sgarbi, e nemmeno con il Berlusca.

Neanche con Renzi Marco ha mai perso così la pazienza.

Ci voleva l’essere più irritante che il nostro giornalismo stracorrotto poteva esprimere.

Solo Italo Bocchino e le sue falsità sono riuscite a toccare le corde più nascoste dello sclero umano.

Il detto recita: non accostare mai Travaglio a qualcosa o a qualcuno. Soprattutto non dirgli mai che lui è alle dipendenze di qualcuno. E non dirgli che è un “passacarte” di partito o di un magistrato.

Perché la risposta, quella finale che ha dato a un prezzolato come Bocchino che attacca la magistratura e difende gente come Renzi e Salvini, è stata semplicemente straordinaria.

Ed è bene riproporla a social e reti unificate:

“Io vorrei ricordare a Bocchino che lui non ha mai querelato il Fatto Quotidiano perché il giornale non l’ha mai diffamato, si chiama cronaca giudiziaria e non diffamazione e lui dovrebbe saperlo visto che dirige un giornale come Il Secolo d’Italia. In secondo luogo, io scrivo queste cose da quando faccio il giornalista, non cambio idea a ogni stormir di fronda come fa lui, io scrivo queste cose da 20 anni prima che esistessero i 5 Stelle, quindi lavati la bocca voltagabbana che non sei altro. Io sono coerente, tu sei un voltagabbana al servizio di chi ti paga”.

Fine.

Il resto è Storia.

Marco Travaglio, uno dei giornalisti migliori al mondo. Per onestà, coraggio e coerenza.

Il mio, posso dirlo, idolo ed esempio di verità e professionalità.

Italo Bocchino, uno dei megafoni più scarsi della Terza Repubblica. Espressione della mancanza di autonomia intellettuale per antonomasia. Anzi, della mancanza totale d’intelletto.

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