Questi del governo Meloni non sanno fare altro che attaccare le migliori eccellenze italiane. Altro che made in Italy.
Sono ostili alla scienza, alla verità e alla Sanità Pubblica. E se decidono di aggredire verbalmente e politicamente qualcuno, lo fanno senza problemi e con tutti i mezzi che hanno a disposizione: dai pennivendoli ai conduttori televisivi più arrapati, passando per i loro amici della sanità privata.
È il caso di Sigfrido Ranucci e Report. È il caso di Nino Cartabellotta, medico siciliano (lo rivendico con orgoglio) specialista in gastroenterologia e in medicina Interna, e presidente della Fondazione GIMBE, che dal 1996 promuove l’integrazione delle migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni politiche, manageriali, professionali che riguardano la salute delle persone.
Siccome la Fondazione di Cartabellotta ha osato raccontare la realtà sul fallimento del decreto del governo per abbattere le liste d’attesa, attraverso una documentazione chiara e concreta, non propaganda salviniana, allora la destra ha attaccato il prof. senza pudore (“Ormai mentire sul nostro Sistema sanitario nazionale è quasi diventato uno sport amatoriale”).
La Sanità Pubblica fa pena, sia a livello sanitario che amministrativo, perché non è ben organizzata e perché da decenni subisce definanziamenti clamorosi.
Il record di Renzi, con un taglio di 16,6 miliardi di euro e a ruota Letta, Berlusconi e Gentiloni, sono sotto gli occhi di tutti.
E sapete grazie a chi?
Ai dati della Fondazione GIMBE.
E Meloni, tra ritardi e ulteriori tagli, tra investimenti nel privato e aumenti irrisori agli infermieri che fa? Sbraita contro persone e organismi scientifici seri.
Che pena.
Forza Nino! Fosse per me, saresti ministro della Salute.