Giorgia Meloni: Menzogne eversive

Chiagni e fotti

Meloni vede le indagini su di lei come un danno alla Nazione, ma libera criminali ricercati. Vespa, 56 anni di propaganda. Intanto, tagli sociali e più armi.

di Salvatore Granata

Dice Giorgia Meloni che indagarla è un danno alla Nazione, quindi: o lei evita di liberare criminali inseguiti da mandati di cattura internazionali oppure si appronti uno scudo giudiziario su misura che la immunizzi da qualsivoglia indagine.

E poi dobbiamo pure sorbirci Vespa che comincia la carriera in Rai additando a colpevole della strage di piazza Fontana l’innocente Valpreda e la finirà con l’ultimo rantolo difendendo meloni sul rilascio di uno stupratore di bambini: 56 anni di schifo pubblico. Non di servizio.

Se fossi nel governo Meloni non insisterei tanto su questa cosa della non ricattabilità: c’è il caso infatti che in futuro saranno chiamati a rispondere di parecchi misfatti e ammettere di averli commessi perché costretti può garantire delle attenuanti.

Eppure Giorgia Meloni entrò in politica per far sì che un caso come quello di Paolo Borsellino non accada più; che non accada più che un magistrato con le proprie indagini si avvicini tanto ai santuari del potere.

Ma vabbè.

Accesso alle cure sanitarie, sostegno a poveri e disoccupati, pensioni dignitose, istruzione non solo per le élite… tutto questo e altro ancora verrà sostituito da armamenti, dal 2 al 5% del Pil. Ma a noi che ce ne frega? I tagli riguardano sempre gli altri.

Baratro.

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