Meloni e l’omicidio in Svezia

L'indifferenza verso i crimini contro i musulmani e i messaggi discriminatori minano i valori di libertà e uguaglianza. Serve solidarietà e critica costruttiva.

di Alessandro Orsini

Ci troviamo davanti a un nuovo orrore che viene dalla Svezia. Tutti abbiamo paura che nella nostra meravigliosa Italia, il Paese più bello del mondo, possa nascere una contro-società armata. Una volta assunto il dovuto distacco emotivo, la domanda pedagogicamente rilevante è questa: tutti si interrogano sui complici di questo omicidio, ma nessuno si interroga sui complici dell’altro crimine: bruciare il Corano. Perché i complici siamo noi. Quando un uomo brucia il Corano in una città europea, riceve molti incentivi a ripetere il suo gesto. Quell’uomo trova sempre i propri estimatori. In Italia non si scatena quell’indignazione che dovrebbe essere doverosa in una società libera. Non ci sono dibattiti televisivi per denunciare un simile orrore; i musulmani italiani non vengono travolti da un’ondata di affetto, vicinanza e solidarietà.

Sotto il profilo simbolico, bruciare il Corano significa bruciare i musulmani. Questo è il messaggio che giunge ai musulmani e Meloni non va in moschea ad abbracciare l’imam. Ci sono ambienti, anche in Italia, che predicano il disprezzo per l’Islam. Il 26 luglio 2015, quando la Lega propose il nome di Pietrangelo Buttafuoco come Governatore della Sicilia per le elezioni regionali, Meloni scrisse su Facebook che il sistema politico italiano avrebbe dovuto basarsi sulla discriminazione contro i musulmani, a cui Meloni chiedeva di precludere gli incarichi di governo per punire la loro fede islamica: «Non credo sia una buona idea candidare una personalità che ha deciso di convertirsi all’Islam. Ognuno è libero di professare la religione che vuole, ma credo che in questi anni l’Italia e l’Europa debbano rivendicare le proprie origini greche, romane e cristiane davanti a chi vorrebbe spazzarle via. Non vorremmo dare un segnale di resa ai fanatici che rimpiangono il passato dominio arabo e musulmano sulla Sicilia”.

C’è tutta una società politica e giornalistica che, non avendo capito niente di Popper, pensa che il disprezzo per i musulmani sia compatibile con i principi contenuti in La società aperta e i suoi nemici. Per Popper, l’università svolge un ruolo critico. L’università, per Popper, deve educare a ragionare criticamente. Colgo l’occasione per esprimere la mia solidarietà a tutti i musulmani ingiustamente dicriminati in Italia e in Europa. Viva la Costituzione Italiana, viva la società libera. Non abbiate paura di parlare, lottate per un mondo migliore.

Torna in alto