Massimo Deiana e l’Autorità Portuale: legittimità o conflitto etico?

Il Presidente Deiana dell’Autorità Portuale di Sardegna intreccia incarichi e consulenze pubbliche in un quadro che, pur legittimo, solleva molti dubbi etici.

di Mario Guerrini

Le stranezze della politica. Ormai siamo abituati a tutto. E niente può più sorprenderci. Molte operazioni possono essere anche formalmente legittime. Ma ciò non toglie che moralmente ed eticamente suscitino enorme perplessità. Come nel caso del Presidente dell’Autorità Portuale della Sardegna, avvocato Massimo Deiana. Già assessore regionale ai Trasporti e collegato al capocorrente PD, Antonello Cabras. Deiana ha costituito il Collegio Consultivo Tecnico per una importante opera pubblica nel porto di Cagliari. Che sarà eseguita dall’impresa Pellegrini, gestita dal Presidente di Confindustria Sardegna, De Pascale. Alla Presidenza è stato chiamato un magistrato, Ines Pisano (Tar Bologna).

Il decreto del Presidente della Autorità Portuale Deiana è il n. 24 del 29 gennaio 2024. Fanno parte del collegio un dirigente ministeriale proposto da Deiana (l’ing. Pietro Baratono) e un altro indicato dell’appaltatore (l’ing. Gianluca Ievolella). I due tecnici hanno espresso il nominativo del Presidente in quello di Ines Pisano. L’11 settembre 2024 il Presidente dell’Autorità Portuale della Sardegna, Deiana, assume una consulenza da parte della Autorità Portuale di Ravenna, il cui Presidente è Daniele Rossi. Compagno della dottoressa Ines Pisano. Che è originaria di Bosa. Il compenso per l’avvocato Deiana è di euro 89.830. Tutto sicuramente legittimo, visto che è tutto alla luce del sole. Con dati pubblici ufficiali. Comunque è come se, per assurdo, un ministro ottenesse un incarico da un altro ministro per una consulenza. Ben pagata. Con soldi pubblici. O lo stesso facesse un sindaco con un altro sindaco. E via dicendo. Senza contare i dettagli motivazionali. Tutto regolare.

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