La fortuna di governi scarsi come quello italiano è l’assenza di alternativa. Non esiste vera opposizione. Ci sono leader coi loro partitini personali bocciati più volte dagli elettori e non più credibili, c’è il carrozzone del Pd che è la brutta copia di chi governa e ci sono rimasugli dell’era ideologica. Per questo la metà degli elettori non vota, perché schifata dalla politica vigente e senza nessun progetto alternativo degno di essere votato. Quando nascerà qualcosa all’altezza, gli attuali sondaggi diventeranno carta straccia e politicanti che galleggiano da decenni nei palazzi si ritireranno finalmente a vita privata.
La necessità di rinnovamento politico è una emergenza assoluta in paesi come l’Italia dove i cittadini sono culturalmente più evoluti delle classi dirigenti ma non hanno nessuno che rappresenti le loro istanze e consapevolezze. Invece che da guida, i politicanti fungono da tappo. Ci inchiodano ad un misero passato partitocratico incapace di risolvere gli atavici problemi nazionali e di dare una nuova prospettiva al paese.
Un dato su tutti. Il non far figli mentre molti di quelli che vengono al mondo scappano all’estero in cerca di un paese all’altezza. Fatti che valgono più di mille chiacchiere. Eppure la politica rimane inerme. Quando la destra cosiddetta estrema ha conquistato il potere in Italia, molti temevano la marcia su Roma ed invece sono diventati moderati la sera stessa, appena usciti gli exit pool. Rimangiandosi le promesse elettorali come da tradizione della casa ed indossando la divisa da inservienti degli Stati Uniti e quindi della Nato.
L’Italia è una portaerei americana nel Mediterraneo e un bancomat al servizio dei deliri guerrafondai della lobby della guerra occidentale. Ieri le streghe terroristiche, oggi quelle russe, domani quelle con gli occhi a mandorla. Ogni scusa è buona, con risorse immense che finiscono in missili ipersonici e carrarmati invece che in scuole ed ospedali.
Anche in Europa l’Italia non conta una mazza. Nonostante la Brexit e la profonda crisi di Francia e Germania, al di là di qualche insulsa poltrona non otteniamo. Questo perché marchiati come paese sovranista ma soprattutto perché siamo indietro e non abbiamo quindi nulla da offrire. Siamo fermi, anche culturalmente chiusi su noi stessi, sempre più vecchi e stanchi e incapaci di generare soluzioni innovative intelligenti. Procediamo a rimorchio altrui, vittime di una cappa politica ma anche giornalistica che per egoismo non si rende conto di essere il problema del paese invece che la soluzione.
A livello ideologico poi, siamo nell’era del pensiero unico. Destra e sinistra sono compagnie teatrali concorrenti. Una più rozza, l’altra più perbenista. Ma sostanzialmente identiche anche nella loro inconsistenza. Il capitalismo ha stravinto. Comandano i mercati, comandano i soldi, non i cittadini. Siamo tornati all’oligarchia anche se di carattere finanziario, coi miliardari che si comprano perfino il lusso del potere, i politicanti ridotti a giullari tecnocratici di corte e la cittadinanza a follower e consumatori di nulla materiale. Tutti illusi che un giorno ce la faranno pure loro e saranno perfino felici.
A fare i muli da soma ci pensano invece gli immigrati che in cambio vengono presi pure a pesci in faccia. Vanno di moda i fili spinati e l’estrema destra germoglia ovunque. Vicoli ciechi frutto della paura del cambiamento e della frustrazione. Ma anche istanze che a furia di venire ignorate si radicalizzano pensando bene di rispolverare qualche rimasuglio ideologico.
Colpa del pensiero unico e di una snervante mediocrità politica, colpa dell’assenza di una vera alternativa al passo coi tempi e di una nuova visione. Quello che manca in Italia e a tutto l’occidente, progetti politici con la semplice ambizione di impedire la deriva oligarchica e ridare la democrazia in mano ai cittadini. Solo una vera democrazia può rimettere il capitalismo al suo posto e dar vita ad un modello economico e sociale più giusto e saggio. E solo una vera opposizione può agevolare una svolta.