Carlo Calenda, il nulla sottovuoto

L’Iraniano Abedini liberato, come del resto aveva previsto il prof. Orsini. E ora chi lo spiega a Calenda chi è il mitomane dei talk show italiani?

Carlo Calenda, il nostro campione olimpico di scivoloni politici, riesce ancora una volta a trasformare tutto ciò che tocca in puro fiasco. Qualche giorno fa, con il suo solito aplomb da maestro di buone maniere del nulla, ha avuto la brillante idea di attaccare il professor Alessandro Orsini, apostrofandolo come “mitomane incompetente costruito dai talk show”. Perché? Perché Orsini, nel suo delirio di ragionevolezza, sosteneva che l’Iraniano Abedini fosse un innocente e che l’Italia lo tenesse in galera senza alcun motivo legale. Calenda, fedele al suo ruolo di senatore da Twitter, ha subito invocato l’epurazione accademica di Orsini.

E poi? Poi Abedini è stato rilasciato, perché – udite udite – non aveva violato alcuna legge italiana. Eh sì, Carletto, anche stavolta hai fatto centro. Peccato fosse il centro del bersaglio sbagliato. Fattene una ragione, sarà per la prossima.

Le motivazioni del rilascio, rese pubbliche, sono una sberla sonora per Calenda e per chiunque, come lui, sia convinto che basti agitare la bandierina dell’obbedienza agli USA per sentirsi un grande statista. Il ministero della Giustizia ha spiegato chiaramente che i reati imputati ad Abedini dagli americani non trovano corrispondenza nel nostro ordinamento penale. In parole povere: non si può estradare una persona per aver violato leggi che in Italia neanche esistono. E per completare l’opera, si è scoperto che le accuse di terrorismo erano campate per aria.

E qui entriamo nel tragicomico. Nordio, il nostro ministro della Giustizia che alterna scivoloni e capriole dialettiche con un’agilità olimpionica, ha prima confermato l’ordine di carcerazione, salvo poi revocarlo in fretta e furia. Insomma, un disastro istituzionale che dimostra solo una cosa: l’Italia è sempre pronta a inginocchiarsi davanti al padrone americano, anche a costo di calpestare il diritto e la logica.

E Calenda? Sempre lì, impettito, a dispensare giudizi come se fosse il custode della verità assoluta. Peccato che ogni volta finisca con la faccia nella sabbia. Ma non è solo lui il problema. Il vero dramma è un’intera classe politica – da Meloni a Tajani, da Salvini a Renzi, passando per la Schlein – che si muove con la grazia di un elefante in un negozio di cristalli. Tutti complici del silenzio sulle stragi palestinesi, tutti impegnati a vendere armi come fossero caramelle, tutti pronti a chiudere un occhio, anzi due, pur di non disturbare Netanyahu.

In fondo, Fruttero e Lucentini avevano ragione: la prevalenza del cretino è ormai totale. E noi cittadini siamo costretti a farci rappresentare da questa sgangherata banda di incompetenti, ipocriti e guerrafondai. Una tragedia grottesca che, purtroppo, continua ad andare in scena ogni giorno nei palazzi del potere.

E adesso, Carletto, una domanda: qual è la prossima figura di merda in programma? Noi siamo qui, pronti a godercela.

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Ecco il testo ufficiale del ministero della Giustizia con le motivazioni della scarcerazione  di Abedini che confermano quanto già previsto dal professore Orsini.

“In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente. La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’Ieepa’ (International Emergency Economic Powers Act ovvero le leggi Usa sull’embargo a vari Paesi tra cui l’Iran, ndr) non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”.

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Post di Alessandro Orsini, 12 gennaio 2025, via Facebook:

Il rapimento della ragione.
Giorgia Meloni è una grandissima leader politica, in questo momento, la più grande d’Europa. La crisi con l’Iran lo dimostra. L’Iran ha detto a Meloni:
“Bella mia, tu fai questo e quest’altro, altrimenti ti solleviamo per un orecchio e ti tratteniamo a un metro e mezzo da terra”.
Meloni: “Grazie, con l’esempio è tutto più chiaro. Che cosa devo fare?”.
“Devi fare questo e quest’altro. Poi devi chiedere il permesso a Trump ché tu non prendi nessuna decisione da sola per l’Italia”.
Meloni ha telefonato all’Iran da Mar-a-Lago dopo essersi assicurata un grande paraorecchie americano:
“Allora, ho fatto questo e quest’altro, come da voi indicato. Nordio è stato istruito”.
“Perfetto, crisi risolta”.
Contributi originali di Giorgia Meloni alla soluzione della crisi? Zero.
Va bene che viviamo nell’era del conformismo e del rimbecillimento collettivo, ma a tutto c’è un limite. Ricordiamoci sempre che la società libera è fondata nel progetto illuministico che esalta la ragione critica e non la ripetizione pappagallesca di frasi dette alla televisione.
P.S. Nordio ha appena richiesto la liberazione di Abedini.

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Post di Alessandro Orsini, 10 gennaio 2025, via Facebook:

Repubblica continua a scrivere che l’Iran ha accettato un accordo con l’Italia frutto di trame complicatissime che nemmeno James Bond. Non c’è stata nessuna trama complessa: l’Iran ha attuato una ritorsione contro l’Italia e Meloni si è piegata. L’Iran ha detto a Meloni: “Tu devi fare questo e quello” e Meloni l’ha fatto, dopo avere chiesto il permesso a Trump. Non c’è molto oltre a questo. Soltanto un sistema dell’informazione completamente malato non riconosce un fatto così elementare ed autoevidente. Repubblica parla di valigette segrete a Malpensa… Io non capisco perché il giornalismo di regime debba sempre coprirsi di ridicolo in questo modo.

Post di Alessandro Orsini, 10 gennaio 2025, via Facebook:

La crisi Italia-Iran spiegata facile: l’Iran ha detto a Meloni che doveva fare alcune cose e Meloni le ha fatte, dopo avere ottenuto il permesso da Trump.
La telefonata Meloni-Iran è stata questa:
Iran: “Bella, ascolta, tu adesso fai questo e quest’altro, altrimenti ti appendiamo per un orecchio. Capito?”.
Meloni: “Sì sì, ho capito super-benissimo”.
Iran: “Brava, adesso vai da Trump e chiedigli il permesso”.
Meloni: “Ok, perfetto, corro a Mar-a-Lago”.
Poi Meloni ha telefonato all’Iran:
Meloni: “Pronto? Allora, Trump ha detto che va bene, faccio tutto quello che avete chiesto”.
Iran: “Brava, hai visto? Hai fatto come ti abbiamo detto e tutto si è risolto”.
Meloni: “Sì sì, infatti, grazie dei consigli!”.
Sarò smentito se Abedini sarà estradato negli Usa.
P. S. Caro Corriere della Sera, va bene l’autocelebrazione, ma c’è un limite oltre il quale si cade nel ridicolo.

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Post di Alessandro Orsini, 9 gennaio 2025, via Facebook:

Il negoziato si è svolto in quattro fasi:
Fase 1: l’Italia ha stretto un accordo con l’Iran.
Fase 2: Meloni ha sottoposto l’accordo a Trump con la preghiera di approvarlo.
Fase 3: Trump ha accolto la preghiera.
Fase 4: L’Iran ha vinto la crisi su Italia e Stati Uniti.
Sarò smentito se Abedini sarà estradato negli Usa.
Condivido la gioia per il risultato, ma la gioia non deve influenzare l’analisi della politica internazionale distorcendola. Nel quarto capitolo del mio ultimo libro, ho spiegato che un analista deve sempre tenere a bada le emozioni nell’analizzare i conflitti internazionali, altrimenti vengono fuori analisi alla Corriere della Sera del tipo: “L’Ucraina sconfiggerà la Russia”. Quando si sbagliano le analisi in questo modo – per via delle ideologie o delle passioni – poi son dolori, come quelli che patisce l’Ucraina tutti i giorni. Va bene l’autocelebrazione, ma senza esagerare.

Post di Alessandro Orsini, 9 gennaio 2025, via Facebook:

Sotto il profilo politico, l’Iran è il vero vincitore di questa partita. Mi è agevole dimostrarlo. La Casa Bianca ha chiesto qualcosa a Giorgia Meloni che l’Iran le ha impedito di dare. Di contro, l’Iran ha chiesto qualcosa all’Italia che Giorgia Meloni è stata costretta a dargli. La vittoria dell’Iran su Italia e Stati Uniti è autoevidente. Soltanto un sistema dell’informazione molto corrotto scambia i vinti con i vincitori. Accade tutti i giorni con la Russia e l’Ucraina. Accade anche oggi con la crisi Italia-Iran. Studiosi e giornalisti dovrebbero essere sempre fedeli alla verità sostanziale dei fatti. Il conformismo è la morte della società libera. Sarò smentito se Abedini sarà estradato negli Usa.

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Post di Alessandro Orsini, 5 gennaio 2025, via Facebook:

Caro Carlo Calenda, con lei al governo, saremmo simili a una dittatura, con i professori universitari minacciati, licenziati o magari in carcere. Altro che liberale: lei esorta il governo della mia università a licenziarmi per avere documentato cose vere su Abedini, ma sgradite ai politici mediocri come lei. Due cose: 1) La considero un pagliaccio. 2) Le sue minacce non mi fanno alcuna paura. Lei è semplicemente un elemento di scarto della politica italiana, una vergogna per la società libera. Infine, è lei che ha iniziato a bersagliare me in modo inverecondo e isterico a partire dal suo tweet dell’11 novembre 2022 su Kherson. Io mi sono soltanto limitato a darle le sberle che, in risposta, meritava. In ultimo, le sue politiche verso l’Ucraina sono state un fallimento colossale. Le mie previsioni sulla guerra in Ucraina si sono rivelate vere e le sue false. Dovrebbe nascondersi per la vergogna di essere un politico così mediocre che ha lavorato per il massacro di un popolo per fare il pupazzo della Casa Bianca. Lei chiede di licenziarmi, ma stia attento. Al prossimo giro di elezioni, rischia di essere licenziato lei.

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Post di Carlo Calenda, 5 gennaio 2025, via Facebook:

Da questo incompetente mitomane costruito dai talk show italiani sono stato attaccato in modo inverecondo e isterico quando organizzai la piazza per l’omicidio di Navalny. Ora entra quotidianamente in una vicenda delicatissima con deliri e asserzioni gravissime.
Ciò che davvero non si comprende è come possa l’Università di Confindustria continuare a fargli fare il professore.

 

 

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