Se non ci fossero almeno un milione fra morti e mutilati, la guerra in Ucraina sembrerebbe puro cabaret.
Come se avesse iniziato a leggere il Fatto con tre anni di ritardo, Zelensky scopre che “l’Ucraina non ha forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea controllati dai russi. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”. E lo dice poche ore dopo che il suo regime, come captatio benevolentiae, ha fatto saltare col tritolo un generale russo e il suo vice a Mosca. Ma soprattutto lo dice chi ha firmato nell’ottobre 2022 un decreto che proibisce ogni negoziato con Putin, organizzando poi “conferenze di pace” senza la Russia.
Rutte, segretario Nato, rutta: “Se parliamo troppo di pace, avvantaggiamo i russi”, cioè quelli che han vinto la guerra. Poi ripete a pappagallo, come se fossimo nel febbraio 2022, che “Kiev va messa in una posizione di forza per poi decidere quando e come aprire i negoziati”. Mentre lui decide quando e come, i russi stermineranno altre migliaia di ucraini e invaderanno altra Ucraina.
Più stupidi di lui ci sono solo Ursula Bomberleyen e gli scemi di guerra destra-centro-pseudosinistra che l’han votata: totalmente impermeabili al principio di realtà e ora anche alla resa di Zelensky, dopo i 14 pacchetti di sanzioni alla Russia che hanno danneggiato più i sanzionatori che il sanzionato, varano il 15° e preparano il 16°, continuando a raccontarci e a raccontarsi che “più dura la guerra e maggiore sarà il prezzo che l’economia russa dovrà pagare”. Intanto i governi Ue sono alla canna del gas e cadono come birilli. Ma la euro-demente annuncia l’invio a Kiev di altri “13 miliardi nel 2025” in omaggio più “18 miliardi di prestiti garantiti dagli asset russi congelati” per “acquistare nuovi armamenti”, il che proverebbe che “la strategia di Putin per gettare Kiev nel disastro finanziario è completamente fallita” (in realtà è l’Ucraina che è fallita, da ben prima di essere invasa). Quindi, anche ora che Zelensky alza bandiera bianca chiedendo agli alleati di spingere Putin alla pace e Trump non vede l’ora, la cosiddetta Ue parla come Badoglio dopo l’armistizio di Cassibile: “La guerra continua”, anche se non la vogliono più neppure gli ucraini. Tutto pur di non ammettere di aver perso la guerra a suon di menzogne e sabotato nell’aprile 2022 il negoziato di Istanbul che avrebbe spuntato per Kiev condizioni molto migliori delle attuali. Crimini di guerra che, se esistesse il diritto internazionale, dovrebbero trascinare dinanzi alla Corte penale anche Biden, Harris, Stoltenberg, Ursula, Johnson, Macron, Draghi e altri presunti leader troppo impegnati a salvarsi la faccia per pensare a salvare vite.
Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2024