Battiquorum.
“Il nuovo quorum spaventa Conte” (Repubblica, 6.12).
“Quorum o non quorum, il sospetto forte che qualcuno se ne freghi e vada davvero per funghi… Vito ‘Orsacchiotto’ Crimi, responsabile della macchina organizzativa, molto preoccupato, più accigliato del solito” (Fabrizio Roncone, Corriere della sera, 7.12).
“M5S, fiato sospeso per il quorum ‘bis’” (Corriere della sera, 8.12).
E vabbè, pazienza, è andata così.
Opera buffa.
“’La forza del destino’ è un successo. Fischi anti-putiniani a Netrebko”, “Alla Scala gli ucraini manifestano contro la soprano Natrebko, filo Putin” (Giornale, 8.12).
L’anno prossimo cantano Zelensky e Biden nell’opera di Ruggero Leoncavallo: “Pagliacci”.
Vesputin.
“Bisogna riconoscere che l’Occidente ha sbagliato con Putin. Io sono sempre dell’idea che, quando vinci, non devi stravincere. Non devi umiliare lo sconfitto. Ma come gli è venuto in mente (alla Nato, ndr) di mettere i missili in Polonia? Io capisco che Estonia, Lettonia e Lituania non vedevano l’ora, ma come ti viene in mente di farci la Nato e i missili, in quella che era la casa di Putin!? Quello poi se l’è presa e ora è l’uomo più potente del mondo” (Bruno Vespa, 23.11.2017).
“Conte (come Salvini) non accetta di essere considerato filorusso, ma non c’è dubbio anche che alcune posizioni politiche sono quelle che il Cremlino ama vedere rappresentate in Italia” (Vespa, Qn, 7.12.2024).
Avrà imparato da Vespa.
L’arma segreta.
“Trump incontra Zelensky. E la cravatta gialla su giacca blu dell’americano fa sperare Kiev” (Repubblica, 8.12).
Quindi la guerra è praticamente vinta.
Pigi Ballista.
“Le donne afghane non possono curarsi. Amnesty International? Non una di meno? Silenzio” (Pierluigi Battista, Huffington Post, 6.12).
“Abbiamo un appello che si chiama ‘Rompere il silenzio. Al fianco delle donne afghane’ sul nostro sito con quasi 20mila adesioni” (Amnesty International, 6.12).
Bravo Pigi, altra bella figura di merda.
Sinceri democratici.
“In Romania sarebbe stato meglio intercettare prima la guerriglia informatica e gli hackeraggi russi… Bisognerebbe attivare forme di controllo democratico preventive” (Francesco Merlo, Repubblica, 8.12).
Giusto: abolire le elezioni prima che si voti.
L’esperta.
“Romania, Stefania Craxi: ‘È in corso una guerra ibrida, assurdo non vedere le ingerenze’” (Repubblica, 8.12).
Le sue, per esempio, si vedono benissimo.
L’esperto.
“A livello europeo il M5S aderisce a Left, il gruppo di estrema sinistra dominato da Sahra Wagenknecht” (Massimo Franco, Corriere della sera, 6.12).
Che non fa proprio parte di Left. E informarsi?
Fabrizio Rancore.
“Conte molla i leghisti e fa un governo con il Pd. Poi s’accuccia a Draghi. Intanto diventa amico di Trump. E abbraccia Putin. Così, quando il criminale russo scatena la guerra, è tra quelli che non vogliono inviare armi in Ucraina… Infine decide di prendersi il Movimento” (Roncone, Corriere della sera, 7.12).
Conte non molla i leghisti, sono loro che lo sfiduciano. Non si accuccia a Draghi, anzi rifiuta la sua offerta di fare il ministro degli Esteri. Non diventa amico di Trump. Non abbraccia Putin. Vota il primo decreto armi a Kiev lo vota perché è finalizzato ai negoziati, poi fatti saltare da Uk e Usa. Non decide di prendersi il M5S: è Grillo che lo prega di farlo. Sei balle in sei frasi: ottima media.
L’hanno rimasto solo.
“Ad Atreju, Meloni invita Conte, Calenda e Letta ma quest’anno non vuole Renzi. Le stampelle sì, gli avversari no” (Raffaella Paita, senatrice Iv, X, 4.12).
E i peli superflui neppure.
Fortunelli.
“Prodi abbraccia Schlein: ‘Il M5S non è di sinistra’” (Repubblica, 3.12).
Parola di democristiano.
Mai una gioia.
“Al Papa danno solo i giornali di sinistra. Nella rassegna stampa della S. Sede manifesto, Domani , Fatto: neanche un quotidiano di destra” (Libero, 4.12).
Come se non avesse diritto pure lui a un po’ di svago.
Il titolo della settimana/1.
“Mélenchon, ‘mente’ della crisi francese: il tiranno che si sente Cyrano”, “Mélenchon, chi è il tiranno divisivo della sinistra francese” (Corriere della sera, 5 e 6.12).
Dicesi “tiranno” chi arriva primo alle elezioni e pretende financo di governare.
Il titolo della settimana/2.
“Addio a Pillitteri, sindaco di Milano dal 1986 al 1992. Il figlio amaro: ‘Poteva essergli risparmiato un decennio di persecuzioni giudiziarie’” (Corriere della sera, 5.12).
Se ci avesse risparmiato di prendere tangenti.
Il titolo della settimana/3.
“Addio a Pillitteri: il socialista che ha lasciato un segno” (Tiziana Maiolo, Riformista, 6.12).
Più che altro, un’impronta digitale.
Il titolo della settimana/4.
“Toninelli, show anti-Giuseppi: ai vertici dormivo” (Libero, 5.12).
E non s’è più svegliato.
Il titolo della settimana/5.
“Chi ha ucciso il socialismo. Da Matteotti a oggi” (Fabrizio Cicchitto, Giornale, 5.12).
Passando per Licio Gelli.
Il titolo della settimana/6.
“Roberto Morassut (Pd): ‘La gente ti ferma per la strada e chiede una cosa sola: state uniti” (Unità, 3.12).
Solo che loro capiscono sempre Stati Uniti.
Il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2024