di Paolo Di Mizio
Nessuno è più bravo della Meloni a raccontare le fiabe di Babbo Natale. Giornali e tv non la contrastano e così la gente crede sia roba vera. L’anno scorso annunciò “Italia locomotiva d’Europa” e invece la crescita (0,6%) fu inferiore alla media dell’eurozona (0,8%). Asini che volano. Ora c’è la favola dei dati Istat: “Aumenta l’occupazione, mai così bassa la disoccupazione”. L’Istat considera occupato chi in una settimana “ha svolto almeno un’ora di lavoro”. Un’ora, capite? Anche il più dannato dei dannati è un beato nelle fiabe della Meloni. Ciò che l’Istat in realtà segnala è un crollo del lavoro stabile e un record del precariato.
Inoltre luglio registra il 18° mese consecutivo di calo di produzione industriale, –3,3% su base annua. E continuerà: “La discesa della produzione industriale non sembra conclusa” dice l’Istat. A luglio i principali comparti sono usciti a pezzi: meccanica –4,3%, beni di consumo –5,2%, tessile addirittura –18%. E poi, con l’abolizione del Superbonus, è finito il boom dell’edilizia. Gli effetti si sentiranno nel 2025 con perdita di gettito fiscale e Iva, poiché fino a ieri tutti erano costretti a fatturare tutto e ora non più. Dulcis in fundo: nel biennio 2022-23 dell’èra Meloni il potere d’acquisto (stipendi reali) è sprofondato a –6,4%, un record europeo: in Germania –4%, in Spagna –1,9 e in Francia –1,5. È tutto, dal magico mondo della Meloni.