Ciò che più colpisce nel dibattito intorno alle boccaccesche avventure dell’ex ministro della cultura è l’assenza di ogni riferimento alla cultura. Manca, da parte della casta intellettuale, la consapevolezza del disastro accaduto negli ultimi quaranta anni.
Il Novecento è stato un’epoca aurea per la cultura italiana. Nel periodo che va dalla pubblicazione del Fu Mattia Pascal di Pirandello a quella del Nome della rosa di Umberto Eco (per una serie di ragioni ritengo che questi due romanzi facciano da spartiacque) la cultura italiana ha riconquistato la centralità perduta all’inizio del Seicento. Se in alcuni ambiti, primo fra tutti quello letterario, la ricezione esterna è stata parziale perchè la nostra lingua è poco conosciuta e molti autori di primo piano sono intraducibili, nelle arti che impiegano un linguaggio universale questa ricezione c’è stata eccome. Nel cinema, per fare degli esempi banali, il Neorealismo ha inventato un modo originale ovunque ammirato di vedere e rappresentare il mondo e persino generi considerati minori come gli spaghetti western e il poliziesco all’italiana continuano ad ispirare i grandi registi di Hollywood.
Questo processo, come dicevo, si è interrotto e poi si è invertito negli anni Ottanta. All’origine di questo regresso distruttivo vi sono due fenomeni.
Al primo do il nome di BERLUSCONISMO, vale a dire la tendenza a svalutare la teoria rispetto alla pratica e a considerare le opere d’arte come pure merci.
Al secondo do il nome di VELTRONISMO, vale a dire la convinzione che i problemi dell’alta borghesia intellettuale, soprattutto romana, siano i soli meritevoli di essere rappresentati e che il punto di vista di questo gruppo sociale sia l’unico eticamente accettabile.
I prodotti che meglio rappresentano la prima aberrazione sono i cinepanettoni, nei quali i difetti degli italiani vengono esibiti senza alcun distacco critico, ma con convinta adesione; quelli che rappresentano la seconda sono i film sussidiati dallo stato o i romanzi recensiti dagli amici in cui la borghesia parassitaria celebra se stessa e la sua presunzione.
Come non bastasse, a queste due sciagure se ne è aggiunta negli ultimi tempi una terza, vale a dire il POLITICAMENTE CORRETTO e la cultura WOKE, che hanno investito l’intero Occidente con uno tsunami di follia nichilistica.
I risultati di tutto questo sono sotto gli occhi di tutti: nella letteratura, nel cinema, nel dibattito politico, nel giornalismo, nell’arte, ovunque.
Vi sono , certo, degli autori che resistono e continuano a sfornare opere di rilievo. Essi però agiscono nelle condizioni più difficili, vale a dire contro lo spirito dei tempi.
E adesso torniamo pure a parlare degli adulteri dell’ex ministro Sangiuliano.