Come l’Italia protegge chi segue la propaganda e ignora chi critica

Il governo italiano protegge chi segue la propaganda ma ignora chi critica, dimostrando doppi standard nei casi di Battistini e Innaro.

Il governo italiano dimostra ancora una volta doppi standard e ipocrisia, con Antonio Tajani che agisce prontamente in difesa della giornalista Rai, Battistini, sotto indagine in Russia per aver violato leggi locali. Quando Mark Innaro, altro giornalista Rai, fu minacciato dalla lista nera ucraina, la reazione fu molto più silenziosa. La differenza di trattamento è evidente: chi amplifica la propaganda ha protezione, mentre chi prova a fare un’informazione più critica rischia la vita o il silenzio. Non si può parlare di democrazia se il trattamento dipende dal servire o meno gli interessi della Casa Bianca.

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di Giuseppe Salamone

Altro corso avanzato di doppi standard e ipocrisia a cura del governo servo italiano, dove Antonio Tajani, Ministro degli Esteri nonché portavoce di Blinken nel nostro paese, ne è la piena espressione.

La Battistini, nota “giornalista” Rai che si distingue per l’autorevolezza con la quale riporta integralmente la narrazione di Zelensky, se n’è andata in territorio Russo senza autorizzazione e accreditamento per accompagnare e documentare l’azione ucraina. Allora giustamente il Cremlino si incazza e decide di avviare delle indagini a suo carico con conseguente emissione di un mandato d’arresto. Immaginate se il giornalista di un qualsiasi paese si infiltrasse con l’esercito all’interno dei confini degli Usa…

Tajani si mobilita immediatamente e convoca l’ambasciatore Russo in Italia per chiedere spiegazioni. Ora, non sto qui a dare addosso a Tajani perché questa è una sua prerogativa ed è giusto che la eserciti: serve far parlare la diplomazia, non le bombe. Ma una cosa va segnalata.

Mark Innaro, grande giornalista Rai, qualche anno fa fu inserito nella lista dei servizi ucraini Myrotvorets. La lista della condanna a morte dove finì anche Andrea Rocchelli prima di essere ammazzato dai nazisti ucraini. Per Innaro non fu convocato l’ambasciatore ucraino in Italia sulla vicenda tantomeno si creò la stessa indignazione riservata a reti unificate alla Battistini.

Ricapitolando: la Battistini ha infranto le leggi di un Paese, Innaro aveva semplicemente provato a spiegare i motivi di questa guerra da conoscitore profondo della Russia e della sua politica. Però se sei megafono della propaganda hai protezione anche da parte della politica. Se ti chiami Innaro o Rocchelli puoi essere squartato. Oppure spedito in Egitto nel caso di Innaro e messo a tacere.

E non venitemi a parlare di democrazia perché per la Battistini c’è in corso una pratica burocratica penale mentre per Innaro una bersaglio sulla sua testa. Però se sei al servizio della Casa Bianca puoi permetterti di condannare a morte pubblicamente un giornalista, se invece sei contro la Casa Bianca non puoi nemmeno avviare un processo seguendo la legge.

Questa è. Punto!

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