Sardegna eolico

La Sardegna e l’energia eolica: una nuova colonizzazione mascherata di verde

La Sardegna è sfruttata per le rinnovabili, necessarie ma gestite senza trasparenza e con scarsa partecipazione pubblica, riproponendo vecchi schemi di speculazione.

Nella rubrica del Fatto Quotidiano, il lettore Augusto Secchi critica lo sfruttamento storico della Sardegna, oggi con le energie rinnovabili. Salvatore Cannavò risponde, riconoscendo la necessità delle rinnovabili ma sottolineando l’importanza di un processo decisionale pubblico e trasparente.

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Rinnovabili servono davvero, ma è un problema della sola Sardegna?

NON C’È NIENTE DA FARE: la Sardegna è sempre il “luogo ideale” per qualcosa. Nell’Ottocento era il “luogo ideale” per procurarsi traversine, carbone e tannino e, infatti, gli speculatori pensarono bene di tagliare i quattro quinti dei nostri boschi. Nel Novecento divenne invece il “luogo ideale” per avvelenarci col petrolio, con la chimica e con le esercitazioni militari. L’altro ieri Mario Tozzi, come se avesse scoperto l’acqua calda, ci ha informato che è il “luogo ideale” per le rinnovabili. E infatti i predoni e i filibustieri di tutto il pianeta, ancor prima che lui ce lo notificasse, hanno dato la stura a un nuovo colonialismo imbellettato di un verde, ahinoi, sensibilmente sbiadito. Anche l’altopiano di Pratobello nel ’69 era stato individuato come “luogo ideale” per un permanente poligono di tiro. Poi è partita una resistenza non violenta e si è alzata un’unica voce, non violenta, che ha costretto lo Stato a fare marcia indietro. Da alcuni mesi, quella stessa voce, risoluta e pacifica, si è nuovamente sollevata anche se quasi tutti i mass-media, rinunciando al loro ruolo, fanno orecchie da mercante.

AUGUSTO SECCHI

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GENTILE AUGUSTO, il modo in cui la Sardegna è stata colonizzata dallo Stato italiano è questione antica difficilmente contestabile. Basti pensare al turismo. La questione delle rinnovabili apre uno scenario più complesso, che sta facendo discutere il mondo ambientalista e anche la nostra redazione. Va detto che delle rinnovabili c’è davvero bisogno, i dati sul cambiamento climatico, a meno di non credere ai dispacci qualunquisti dei social network, sono inequivocabili. Basta leggere ogni domenica la rubrica del nostro Luca Mercalli. Tra le rinnovabili, le pale eoliche fanno discutere di più perché certamente servono a ridurre la produzione di C02, ma devono anche tener conto dell’articolo 9 della Costituzione che impone di “tutelare il paesaggio”. I Comitati sardi denunciano giustamente molte anomalie nell’imponente ricorso all’energia eolica nell’isola che produce il 40% più di quanto consumi. Una distorsione che favorisce quelle regioni, del Nord in generale, che a casa propria le pale non le vorrebbero mai. E stupisce la quantità, si parla di oltre 800 richieste, di domande presentate. Problema complesso quindi, che avrebbe bisogno di due punti fermi: l’energia rinnovabile serve, ma la sua produzione riguarda tutti. E a decidere sul suo sviluppo non possono essere solo grandi società multinazionali, ma deve esserci una discussione pubblica il più possibile partecipata e trasparente.

SALVATORE CANNAVÒ

Il Fatto Quotidiano, 11 settembre 2024

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