Circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia

di Giuseppe Salamone Questa storia si potrebbe riassumere con tre parole: circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia. Partiamo dall’inizio ovvero dall’attentato […]

di Giuseppe Salamone

Questa storia si potrebbe riassumere con tre parole: circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia. Partiamo dall’inizio ovvero dall’attentato ai danni di Trump perché è di questo che si parla. Per quanto mi riguarda non penso che sia stato un auto attentato per un semplice motivo: il proiettile, se Trump non avesse spostato la testa, lo avrebbe centrato in mezzo al cervello. Quindi o chi ha sparato sapeva benissimo che Trump avrebbe mosso la testa in quel preciso momento, verso quella direzione specifica e di conseguenza siamo davanti al miglior cecchino mai esistito dall’invenzione delle armi, oppure qualcuno ha tentato realmente di farlo fuori.

Per me è vera la seconda e credo fermamente che non si tratti affatto di un “lupo solitario”. Dietro ci sta qualcuno e anche abbastanza potente, ma non ho prove per dimostrarlo quindi rimane una semplice e personale opinione. In ogni caso le voci delle ultime ore ci dicono tante cose, fin troppe cose. Gira tra i maggiori organi della propaganda a stelle e strisce e occidentale la narrazione secondo la quale dietro l’attentato a Trump ci sarebbe l’Iran. Il movente c’è e anche abbastanza “credibile” da far digerire all’opinione pubblica, poiché si tratterebbe di una vendetta a seguito dell’uccisione del generale Soleimani nel 2020 con un raid ordinato proprio da Trump.

Inoltre sempre la propaganda, con insistenza abbastanza preoccupante, sta tirando in mezzo l’Iran dicendo che stiano organizzando operazioni di influenza del voto e altri possibili attentati. Curioso è il fatto che a parlare sono sempre ed esclusivamente “funzionari anonimi” i quali dichiarano anche di non avere prove concrete dell’organizzazione degli attentati di cui parlano. Ricapitolando: due persone di cui non sappiamo il nome dicono che l’Iran sta cercando di influenzare le elezioni e organizzando potenziali attentati per ammazzare Trump. Però non hanno prove né di quello di qualche giorno fa che comunque cercano di addossare la responsabilità a Tehran tantomeno di quelli futuri. Allo stesso tempo sostengono di aver ricevuto “informazioni” di un complotto dell’Iran per ammazzare Trump. Se non credete a ciò che scrivo, andate a cercare in rete o a leggere gli articolo di Politico e della CNN in merito.

Ci sono più falle in questi racconti che nei neuroni di Salvini, Gasparri e Renzi messi insieme. Mi pongo un semplice dilemma: non sono riusciti a fermare per tempo uno col fucile sopra un tetto a 150 metri dal palco di Trump nonostante i presenti gridassero a squarciagola la sua presenza alle forze dell’ordine, però già sanno che dietro ci stava l’Iran e che a breve, sempre l’Iran, organizzerà altri attentati. Ma sono del mestiere questi? Si, il mestiere dei pennivendoli! In ogni caso questa vicenda ha come sempre un intreccio funzionale alla indole guerrafondaia a stelle e strisce. Incolpare l’Iran consente di spegnere i riflettori su chi ci sia realmente dietro all’attentato non riuscito e consente di mettere le basi per un attentato futuro. Quale nemico migliore dell’Iran per le stelle e strisce in questo specifico momento?

Non sia mai dovesse accadere qualcosa che consenta di designare l’Iran come una minaccia concreta alla sicurezza nazionale Usa, percorreranno questa strada perché va bene per tutti. Va bene per gli Usa e va bene per Israele. Andrebbe bene anche per i sostenitori di Trump (giusto per tenerli a bada altrimenti finirà in guerra civile) visto che sulla questione mediorientale è molto più radicale di Biden, neocon e democratici. Hanno individuato il nemico perfetto da trasformare in capro espiatorio sempre allo scopo di portare avanti la loro politica estera guerrafondaia. E non esisteranno un secondo a perseguire questa strada qualora le condizioni dovessero permetterlo.

Serve una sola cosa: il casus belli. E come abbiamo visto, non è che abbiano così tanti problemi nel crearlo. Perché l’occasione di far fuori Trump (che ripeto non nutro alcuna simpatia politica nei suoi confronti!) e allo stesso tempo scagliarsi contro l’Iran è davvero molto, ma molto ghiotta. E badate bene una cosa, in tutta questa vicenda, non è assolutamente marginale il ruolo di israele. Soprattutto perché attraverso l’AIPAC influenza in modo abbastanza pesante la politica statunitense. Soprattutto quella dietro le quinte che non si vede…

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