Visita storica di Orbán a Putin: diplomazia contro propaganda

La visita di Orbán a Mosca segna un evento storico, smentisce la narrativa occidentale su Putin e sottolinea l'incapacità europea di perseguire la pace.

La visita di Orbán a Mosca per incontrare Putin rappresenta un evento storico di grande importanza. È la prima volta che un Premier dell’Unione Europea si reca in Russia da quando gli Stati Uniti hanno imposto di interrompere i rapporti. Questa visita dimostra che, nonostante i tentativi di delegittimazione, Orbán è riuscito a incontrare sia Zelensky che Putin, parlando di pace e smentendo la narrazione dominante che vede Putin come un leader inavvicinabile. La diplomazia di Orbán contrasta con l’approccio bellicoso dei leader europei, che sembrano più interessati alla guerra che alla pace. La sua abilità di dialogare con tutte le parti mostra una realtà che la propaganda occidentale fatica a nascondere. Il contrasto con la posizione degli altri leader europei evidenzia una mancanza di visione e una preferenza per il conflitto, anziché per la diplomazia.

* * *

di Giuseppe Salamone

La visita di Orbán a Mosca da Putin dovrebbe essere accolta come una visita storica altamente positiva. A prescindere dalla simpatia che si possa avere nei confronti di Orbán, personalmente in politica interna per me è uguale a Giorgia Meloni quindi non lo vorrei nemmeno sotto tortura, non si può e non si dovrebbe non rilevare la portata enorme di questo incontro.

Intanto è la prima volta che un Premier dell’Unione Europea incontra Putin da quando gli Usa hanno imposto ai servi Europei di tagliare ogni rapporto. Questa visita ci dice una cosa su tutte e infatti ha mandato in tilt tutti quei leader dell’UE che dell’essere guerrafondai ne hanno fatto una professione di fede: per l’ennesima volta le Ursule, Meloni i Borrell, Tajani, Macron, Scholz e compagnia fanno la figura dei Pierini in quanto, dal Cremlino, hanno ancora una volta dimostrato di non avere pregiudizi nell’incontrare leader dell’UE e membri della Nato. Poi dimostrano ancora una volta che i primi a non volere la pace sono proprio loro, visto che la pace la fai parlando con la controparte. E chi non vuole parlare, non vuole fare accordi. Semplice!

Anche se hanno provato a delegittimare Orbán dicendo che non rappresenta l’UE, che va per conto proprio, che l’UE ha la posizione di “aggressore e aggredito” (pensate un po’ come stanno messi!), in questo momento piaccia o meno ne è il presidente. Ed è proprio questo che non va giù ai sottosviluppati di Bruxelles: vedere un personaggio che riesce nel giro di pochi giorni a incontrare prima Zelensky e poi Putin parlando di pace. Questi movimenti mandano all’aria tutta la narrazione che ci hanno propinato a reti unificate, nonché che con Putin non si tratta perché non è disposto a sedersi al tavolo e parlare di accordi.

Eccoli smentiti, Putin che incontra Orbán e dichiara pubblicamente, per l’ennesima volta, di essere disposto a discutere con lui una proposta di pace. Orbán, e lo dico con il nodo in gola, oggi è l’unico leader rimasto in UE a parlare di pace, a essere “accreditato” per incontrare tutte le parti e a muoversi facendo lavorare la diplomazia, non le aziende che producono le armi. Orbán, oggi, è l’unico leader dell’UE che riesce a sedersi e a farsi ascoltare da tutte le parti. Non è una cosa semplice tantomeno scontata. Questa è la pura e semplice realtà dei fatti che non può nemmeno essere smentita dalla propaganda occidentale che ovviamente non ha perso tempo per mettersi in moto.

A me piacerebbe che al posto di Orbán ci fosse chi governa nel mio paese perché significherebbe avere una grande diplomazia, un grande peso a livello internazionale, un Premier che persegue gli interessi dei propri cittadini e più amici che nemici. Invece ci tocca sentire quel miracolato dalla Casa Bianca di Tajani che viene a dirci che non gli sembra il momento di fare visite. E quando andrebbero fatte queste visite, quando inizieranno a caderci le prime bombe sulla testa?

Oppure mi tocca sentire Borrell, che è ancora il ministro degli esteri della UE dire che Orbán non ha alcun mandato dell’Unione Europea per parlare con Putin. Sono convinto che se facessimo un sondaggio, la maggioranza dei cittadini Europei darebbe eccome un mandato a Orbán per parlare col Cremlino se lo scopo fosse quello di mettere fine a una guerra nel cuore dell’Europa. Io sarei ampiamente d’accordo per mandare un personaggio, chiunque esso sia a nome dell’Unione Europea, a parlare con Putin a patto che si metta fine immediatamente alla guerra. Invece qua i mandati per parlare per conto dell’UE li danno solo a quelli che parlano di sanzioni, carri armati, aumento delle spese militari e guerra a oltranza.

Per questi sottosviluppati la pace è diventata eresia, i pacifisti i primi nemici e chi ancora si ostina a ragionare con onestà intellettuale un pericolo da censurare e mettere a tacere. Ognuno la pensi come vuole, ma qui siamo davanti a una narrazione totalmente distorta che sta manipolando in modo abbastanza pericoloso l’opinione pubblica. Orbán era buono quando ha dato il via libera all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia. Orbán è brutto e cattivo oggi che si sta muovendo per parlare con le parti. Possiamo affermare che in occidente se ti muovi per la guerra sei bravo, se ti muovi per la pace sei cattivo. Nemmeno Orwell era arrivato a tanto. Ah, un ultima cosa, abbiamo una classe dirigente che è andata in guerra senza una cosa fondamentale: il cervello. Perché per essere servi, un cervello, non serve…

Torna in alto