7 ore, 7 minuti e 54 secondi sono la durata di quello che in tanti considerano il primo vero kolossal della storia del cinema.
È notizia di questi giorni che il leggendario “Napoléon vu par Abel Gance”, film muto proiettato per la prima volta il 7 aprile del 1927 davanti al pubblico in visibilio che gremiva l’Opéra di Parigi, dopo un paziente lavoro di ricerca e restauro durato quasi 16 anni realizzato dalla “Cinémathèque Française”, è stato riportato ai fasti della “Grande Vérsion” originale, poi tagliata e rimaneggiata col passare degli anni in ben 21 versioni diverse.
Per restituire tutto lo splendore originale al capolavoro del regista Abel Gance (Parigi, 1889 – 1981) che per girare il suo “Napoléon” lesse un centinaio di libri sul Corso, l’Orchestra sinfonica di Radio France ha realizzato una colonna sonora il cui spartito consta di ben 1500 pagine.
Negli anni Venti del secolo scorso, quando l’industria cinematografica aveva sì e no una trentina d’anni e prima del crollo borsistico di Wall Street del 1929, i mezzi a disposizione dei registi “di grido” erano quasi illimitati perché quello del cinema era un business molto redditizio, le sale erano sempre strapiene e gli incassi stratosferici.
Così, per portare a termine quello che — si badi bene! — avrebbe dovuto essere solo il primo di un ciclo di sei film dedicati al Bonaparte (non per nulla ne narra la vita dall’infanzia sino soltanto alla prima Campagna d’Italia) Gance non badò a spese e, nei tre anni circa di durata delle riprese girate quasi tutte sui luoghi originali impiegando, oltre agli attori protagonisti, circa 6.000 comparse e qualche migliaio di tecnici, fece sborsare alla sua casa cinematografica la bellezza di circa 18 milioni di franchi dell’epoca: una vera fortuna!
Geniale al limite del rivoluzionario, ideò degli speciali supporti per montare le cineprese sui cavalli in corsa, ottenendo risultati scenici straordinari al costo però di incidenti anche gravi, che in una sola giornata causarono la morte di due addetti ai lavori e il ferimento di altri quattro.
Eppure, a quei tempi lavorare con Abel Gance era considerato un grandissimo onore tanto che, nelle rare giornate in cui le comparse non si presentavano in numero sufficiente, si reperivano i rimpiazzi in loco facendo ricorso a semplici strilloni.
Volendo “fare dello spettatore un attore immergendolo nell’azione e facendolo rapire dal ritmo delle immagini”, il Maestro che con la sua arte è riuscito a stregare registi quali Truffaut, Coppola e Ridley Scott, nell’iconica scena in cui un Napoleone ragazzino organizza presso l’Accademia militare una battaglia a palle di neve coi compagni, vincendola, pensò bene di issare la cinepresa su un cavo poi fatto scorrere ad alta velocità per riprodurre la visuale della palla di neve scagliata.
Gli ultimi 20 minuti del kolossal, inoltre, sono stati girati da tre macchine da presa diverse in modo da ottenere altrettante versioni della medesima scena da proiettare poi in contemporanea su tre schermi affiancati.
Il risultato ci ha regalato uno dei momenti più alti della cosiddetta “settima arte” in cui lo spettatore, fra lo sbalordito e l’affascinato, si vede trasportare nel bel mezzo dell’azione, diventandone il coprotoganista grazie a un suggestivo sistema di polivisione in 3D.
Si ritrova infatti immerso nei pensieri stessi del Bonaparte, che vede proiettati sui tre megaschermi che lo circondano: a destra e sinistra ci sono i nuvoloni; al centro il viso di Napoleone impersonato dal fascinoso Albert Dieudonné (Parigi 1889 – 1976) sul quale a turno si sovrappongono le immagini dell’amata Joséphine e di un globo terrestre rotante.
In assenza di parole, questa vera e propria opera d’arte trasforma luci e immagini in poesia grazie a un sapiente uso dei flashback e variando la colorazione della pellicola, in modo da fornire all’opera una dimensione onirica.
L’appuntamento con la proiezione inaugurale della “Grande Vérsion” restaurata del “Napoléon vu par Abel Gance”, a 100 anni dall’inizio delle riprese, è in calendario per i prossimi 4 e 5 luglio (in due parti della durata rispettivamente di 3,40 e 3,25 ore) presso una delle più grandi sale cinematografiche di Francia costruita sull’Île Seguin, nel bel mezzo della Senna, nel comune di Boulogne-Billancourt.
Ad accompagnare lo spettacolo vi saranno più di 250 musicisti che, dal vivo, copriranno circa 300 anni di musica sinfonica al suono di brani fra i più belli e significativi, dall’Eroica di Beethoven alla Marsigliese orchestrata da Berlioz, per un’esperienza che si preannuncia veramente indimenticabile.
Anselmo Pagani