Qualcun altro
Titolo originale: Quelqu’un d’autre
di Guillaume Musso
Traduzione dal francese di Sergio Arecco
La nave di Teseo, 2024
Benvenuti nella Costa Azzurra, precisamente nella Baia di Cannes, un luogo dove il blu del Mediterraneo ti cattura e ti ipnotizza, un’area magica dove tutto sembra più limpido, persino le decisioni di Oriana Di Pietro, una donna che di decisioni difficili ne sa qualcosa. Editrice di fama e erede di una dinastia milanese, Oriana è una figura complessa, e proprio qui, su uno yacht di quarantacinque piedi ancorato tra le isole di Lérins, si rifugia per riflettere su una scelta che cambierà tutto.
Ma il destino, ironico e spietato come solo lui sa essere, ha altri piani. Oriana viene aggredita brutalmente e, dopo dieci giorni di coma, cede all’inevitabile. Il principale sospettato? Adrien Delaunay, marito di Oriana e pianista jazz di fama mondiale. La polizia, e con essa il pubblico morboso, bramano una risposta. E qui entra in scena Justine Taillandier, una poliziotta brillante ma tormentata, la cui vita sembra legata a doppio filo con quella di Adrien e Oriana.
L’indagine di Justine è come un valzer, un lento crescendo di tensioni e sospetti. Adrien è davvero colpevole? E chi è Adèle Keller, questa donna sfuggente che appare e scompare come un fantasma? Adèle è la terza protagonista di questo intricato dramma, una figura evanescente il cui passato e presente si intrecciano con quello di Oriana e Adrien in modi che solo Musso potrebbe immaginare.
L’autunno del 2022 segna un punto di svolta. Oriana scopre di avere un tumore al cervello, una condanna a morte che risveglia il suo alter ego, Adèle Keller. Quest’ultima, una presenza fantasmatica e seducente, intreccia una relazione con Adrien, creando una dinamica perversa e fatale. Tuttavia, contro ogni aspettativa, Oriana guarisce. Ma il ritorno alla vita non è un semplice battito di ciglia; Oriana deve riprendere il controllo, non solo della sua vita ma anche di quella di Adèle.
Le due donne, diverse eppure così simili, si scontrano in un gioco di specchi dove la realtà e l’illusione si confondono. La tragedia si consuma con un crescendo di emozioni e colpi di scena: Oriana muore, ma il suo spirito, la sua volontà, sopravvive in un contorto piano di vendetta e redenzione.
La vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo. E Oriana, o meglio Adèle, è pronta a mettere in atto il suo piano. La verità che Justine scopre è agghiacciante: non si tratta solo di gelosia o tradimento, ma di un complesso gioco psicologico dove le identità si confondono e i ruoli si invertono. Adrien, l’uomo al centro di questo dramma, è vittima o carnefice? E Adèle, la donna dell’ombra, è un mero alter ego o un’entità autonoma?
In un crescendo di tensione, Justine scava nel passato di Oriana e Adrien, scoprendo legami che vanno oltre la semplice infedeltà. Il diario di Adèle, le cui pagine strappate rivelano solo una parte della verità, è il filo di Arianna che conduce Justine attraverso un labirinto di inganni e mezze verità. Oriana, consapevole della sua malattia, aveva pianificato tutto, ma la sua morte cambia le carte in tavola.
La verità finale è un mosaico di frammenti, ognuno dei quali aggiunge un pezzo al puzzle. Justine, con la sua tenacia e intuizione, riesce a mettere insieme i pezzi, ma il quadro che emerge è disturbante. Adrien è innocente, ma il vero colpevole, colui che ha orchestrato tutto, è Adèle, o meglio, l’alter ego di Oriana, un’entità nata dal dolore e dalla follia.
Il romanzo di Musso si chiude con un finale aperto, una riflessione sulla natura della verità e dell’identità. Justine, ormai consapevole della complessità del caso, si rende conto che la giustizia è un concetto relativo e che la verità, come la bellezza, è negli occhi di chi guarda.
Musso, con il suo stile inconfondibile, ci offre un thriller psicologico che non lascia indifferenti, un viaggio nei meandri dell’animo umano dove nulla è come sembra e tutto è possibile. Oriana, Adrien e Adèle sono solo pedine in un gioco più grande, un gioco dove la vita e la morte si intrecciano in una danza macabra di inganni e rivelazioni.
E così, alla fine, ci resta solo una domanda: chi siamo davvero? Siamo noi stessi o qualcun altro? Musso non ci dà risposte facili, ma ci lascia con un inquietante senso di dubbio e meraviglia, un invito a guardare oltre la superficie delle cose e a cercare la verità nascosta nelle ombre del nostro essere.
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