Alberto Arbasino

“Fratelli d’Italia” di Alberto Arbasino

Fratelli d'Italia è un’opera complessa e stratificata, che richiede attenzione e impegno, ma che ripaga il lettore con una visione acuta e ironica della società italiana.

Immaginate un lungo viaggio attraverso l’Italia, ma non quello patinato delle cartoline, bensì un viaggio caotico, febbrile, frammentato, tra le pieghe di un paese che si scopre improvvisamente moderno, ma al contempo irrimediabilmente ancorato alle sue tradizioni, alle sue ipocrisie, ai suoi tic. Questo è Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino, un’opera che, sin dalla sua pubblicazione nel 1963, ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana, un affresco vivace e corrosivo del Bel Paese nel pieno del boom economico.

Arbasino ci propone un romanzo fluviale, dove la trama si sfilaccia in mille rivoli, dove i personaggi, come marionette di un teatro barocco, entrano ed escono di scena, spesso senza una logica apparente, in un continuo gioco di specchi e riflessi. Il lettore è trascinato in un vortice di parole, di situazioni, di dialoghi brillanti e pungenti che non risparmiano nulla e nessuno, in un carosello di immagini che si susseguono rapidissime, come fotogrammi di un film d’avanguardia.

I protagonisti – Maurizio, Fabrizio e Patrizio – tre giovani in fuga da Roma, rappresentano le diverse anime di un’Italia schizofrenica, in bilico tra modernità e provincialismo. Si muovono attraverso un’Italia dove tutto sembra possibile e nulla è reale, in un viaggio che è allo stesso tempo fisico e metaforico, alla scoperta di un’identità sfuggente e contraddittoria. Con loro, figure come Gigi Guglielmi, fotografo di dive e starlette, e Antonio, compagno di discussioni filosofiche, costruiscono un mosaico umano variegato e affascinante.

Arbasino, con il suo stile inconfondibile, fatto di frasi lunghe e articolate, di digressioni colte e ironiche, di un linguaggio ricco e variopinto, riesce a catturare l’essenza di un’epoca. La sua scrittura è un continuo rincorrersi di citazioni, di riferimenti letterari e culturali, un labirinto in cui il lettore colto si perde volentieri, riscoprendo ad ogni passo nuove sfumature, nuovi significati.

L’Italia di Fratelli d’Italia è un paese in trasformazione, un paese che si scopre moderno e consumista, ma che al tempo stesso non riesce a liberarsi delle sue radici contadine, delle sue abitudini provinciali. È un’Italia piena di contraddizioni, di slanci e di cadute, di entusiasmi e di delusioni. Arbasino ce la mostra in tutte le sue sfaccettature, con un’ironia tagliente che non risparmia niente e nessuno.

Un aspetto centrale del romanzo è la critica feroce e spietata del conformismo e dell’ipocrisia della classe intellettuale e politica italiana. Arbasino mette alla berlina le pretese di modernità di un’élite culturale che, in realtà, è ancora profondamente legata a schemi di pensiero antiquati e provinciali. Le discussioni tra i personaggi, spesso brillanti e sofisticate, svelano un mondo intellettuale chiuso e autoreferenziale, incapace di confrontarsi realmente con le trasformazioni in atto nel paese.

La struttura del romanzo è volutamente frammentata, riflettendo la complessità e la frammentazione della realtà italiana. Arbasino non ci offre una narrazione lineare, ma un mosaico di scene, di situazioni, di dialoghi, che insieme compongono un affresco vivido e dettagliato. Ogni episodio, ogni personaggio, ogni dialogo è una tessera di questo mosaico, che il lettore deve ricomporre con pazienza e attenzione.

L’uso del dialogo è uno degli elementi più affascinanti del romanzo. Le conversazioni tra i personaggi sono vivaci, piene di battute argute e riflessioni profonde. Attraverso il dialogo, Arbasino esplora i diversi punti di vista sui temi trattati, creando un’opera polifonica e complessa. I dialoghi sono spesso interrotti da digressioni, da riflessioni del narratore, da citazioni e riferimenti culturali, in un continuo gioco di rimandi e allusioni.

Uno degli aspetti più innovativi di Fratelli d’Italia è l’apertura verso temi considerati tabù nella società italiana dell’epoca, come l’omosessualità e la bisessualità. Arbasino affronta questi temi con una franchezza e una libertà di espressione che erano rivoluzionarie per il tempo. I personaggi del romanzo vivono la loro sessualità in modo aperto e sperimentale, sfidando le convenzioni e i pregiudizi della società.

Il romanzo è anche una riflessione sulla condizione umana, sulla ricerca di senso e di identità in un mondo in rapida trasformazione. I personaggi sono alla ricerca di qualcosa che spesso sfugge loro, di un significato che sembra sempre più difficile da trovare. Arbasino ci mostra la fragilità e la complessità dell’essere umano, la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo.

Fratelli d’Italia è un’opera complessa e stratificata, che richiede attenzione e impegno, ma che ripaga il lettore con una visione acuta e ironica della società italiana. Alberto Arbasino, con il suo stile unico e inconfondibile, ci offre un ritratto indimenticabile di un’epoca e di un paese in trasformazione. La sua scrittura, ricca e variegata, è un continuo stimolo intellettuale, un invito a riflettere e a interrogarsi sulla realtà che ci circonda.

Leggere Fratelli d’Italia significa immergersi in un mondo complesso e affascinante, un mondo in cui ogni parola, ogni frase, ogni immagine ha un significato profondo e stratificato. È un’opera che non si lascia afferrare facilmente, che richiede una lettura attenta e partecipata, ma che offre in cambio una ricchezza e una profondità di pensiero che pochi altri libri riescono a eguagliare. Arbasino ci invita a guardare oltre le apparenze, a scoprire la complessità e la bellezza di un’Italia che, nonostante tutte le sue contraddizioni, continua a affascinare e a ispirare.

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Lo stile

Alberto Arbasino, in Fratelli d’Italia, adotta uno stile distintivo e inconfondibile, che riflette la complessità e le contraddizioni della società italiana degli anni ’60. Questo stile si caratterizza per vari elementi, che possono essere analizzati nei seguenti punti:

  1. Linguaggio ricco e articolato: Arbasino utilizza un vocabolario variegato, mescolando registri alti e bassi, termini colti e popolari, in una prosa che risulta vivace e dinamica. Le frasi sono spesso lunghe e complesse, ricche di subordinate e di digressioni che invitano il lettore a riflettere.
  2. Ironia e pungente critica sociale: L’ironia è una componente fondamentale dello stile di Arbasino. Attraverso un tono sarcastico e spesso caustico, l’autore mette in luce le ipocrisie e i difetti della società italiana. Questa critica si manifesta sia nei dialoghi tra i personaggi che nelle descrizioni degli ambienti e delle situazioni.
  3. Dialoghi vivaci e naturali: I dialoghi in Fratelli d’Italia sono rapidi, incisivi, e pieni di battute argute. Arbasino riesce a riprodurre con grande abilità il parlato, rendendo i personaggi vivi e credibili. Le conversazioni sono spesso interrotte da riflessioni e digressioni che arricchiscono il testo di significati ulteriori.
  4. Struttura frammentata: La narrazione non segue un percorso lineare, ma si sviluppa attraverso una serie di episodi e scene che si succedono senza un ordine apparente. Questa frammentazione riflette la complessità e la frammentarietà della realtà che Arbasino descrive, rendendo il romanzo simile a un collage di esperienze e di situazioni.
  5. Uso della citazione e del metatesto: Arbasino infarcisce il suo testo di citazioni letterarie, artistiche e culturali, creando un dialogo continuo con altre opere e con il lettore colto. Questo uso del metatesto arricchisce la narrazione di livelli di significato, trasformando il romanzo in una riflessione sulla cultura stessa.
  6. Sperimentazione e gioco linguistico: La sperimentazione stilistica è evidente nel modo in cui Arbasino gioca con la lingua, utilizzando giochi di parole, neologismi, e frasi idiomatiche. Questa sperimentazione conferisce al testo un carattere ludico, invitando il lettore a partecipare attivamente all’interpretazione del testo.
  7. Critica al conformismo: Arbasino critica apertamente il conformismo della società italiana, evidenziando come l’apparente modernità nasconda spesso vecchi schemi di pensiero. Questa critica è rivolta soprattutto alla classe intellettuale e politica, che l’autore descrive come ipocrita e autoreferenziale.
  8. Tematiche controverse: Il romanzo affronta tematiche spesso considerate tabù all’epoca della sua pubblicazione, come l’omosessualità e la bisessualità. Arbasino tratta questi temi con una franchezza e una libertà che erano rivoluzionarie per il tempo, contribuendo a svelare le contraddizioni e i pregiudizi della società.
  9. Ritratto di un’Italia in trasformazione: Lo stile di Arbasino è perfettamente funzionale alla sua descrizione di un’Italia in rapida trasformazione. Il paese del boom economico, con i suoi slanci verso la modernità e le sue radici contadine, viene dipinto con colori vividi e contraddittori, creando un quadro complesso e sfaccettato.
  10. Intellettualismo e popolare: Arbasino riesce a combinare in modo unico l’intellettualismo e il popolare, mescolando riflessioni filosofiche con situazioni di vita quotidiana, alta cultura con elementi della cultura di massa. Questo mix crea un effetto di straniamento che invita il lettore a guardare la realtà da nuove prospettive.

In sintesi, lo stile di Alberto Arbasino in Fratelli d’Italia è un affascinante caleidoscopio di linguaggio, ironia, critica sociale e sperimentazione, che offre un ritratto vivido e penetrante della società italiana. La sua prosa, ricca di sfumature e di significati, invita il lettore a riflettere sulla complessità del mondo contemporaneo, rendendo il romanzo un’opera di grande valore letterario e culturale.

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Ecco dieci frasi che esemplificano lo stile di Alberto Arbasino, tratte da Fratelli d’Italia:

  1. “Hai sempre fatto di tutto per tagliarmi fuori da tutto quello che c’era di piacevole nella tua vita non mi hai mai voluto dare tanto così perché sei di animo gretto!”​​.
  2. “E guarda che io in cambio non mi sono mai aspettato né ti ho mai chiesto niente tanto meno mettendoti delle condizioni tipo ‘se non fai questo non ti do quello!’… Non ti ho mai usato! Ti sei mai sentito u-sa-to?… Avanti! Di’ un po’!”​​.
  3. “Tu invece convinto che fosse tutto pochissimo quello che ti davo e persuaso invece che ti opprimessi anche quando ti uscivano gli scampi fin dal naso e non sapevi più dove infilarti i miei slip di tutti i colori!”​​.
  4. “Quando m’invitano cosa credi? Manco p’o cazzo mi dicono: porta anche il tuo amico simpatico!”​​.
  5. “Mi limito a ripeterti: trovane un altro se ci riesci come me! Uno che invece di dirti ‘si sta in casa tutte le sere noi due soli insieme si mangia in cucina io penso all’insalata e tu occupati della quiche’ ogni sera per anni t’ha ripetuto ‘si esce e si mangia in giro perché le padelle cacciàtevele in quel posto io non so neanche com’è fatto un uovo!’…”​​.
  6. “Diciamo per Roma… la troupe delle megere non ti dice sia pure mentendo: ‘speriamo che tu sia felice tanti auguri tanta salute tanto successo’… Quelle formule magari insincere che si usavano anche sui moli degli emigranti…”​​.
  1. “Evocano le Sirene Bernardo Cavallino Santa Cecilia in Estasi. ‘Je pense à toi Myrtho divine enchanteresse au Pausilippe altier de mille feux brillants… Dans la nuit du tombeau toi qui m’as consolé rends-moi le Pausilippe et la mer d’Italie…’.”​​.
  2. “Se vado lì a suggerire Brontolo Mammolo Pisolo si arrabbieranno?… ‘Antonio! Ma insomma! Hai deciso qualcosa?’.”​​.
  3. “Metafora di un microcosmo e allegoria di una parabola! Allegria!”​​.
  4. “Il cuore che sanguina mentre il carnevale impazza! Nel carnevale si comprende ogni ballo o festa o veglione o processione o quattro salti!”​​.

Queste frasi catturano l’essenza dello stile di Arbasino, caratterizzato da un uso ricco e articolato del linguaggio, un tono ironico e spesso pungente, e una narrazione che si snoda tra dialoghi brillanti e riflessioni personali.

Alberto Arbasino, Fratelli d’Italia, Milano: Adelphi, 1993

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