Il bagno di sangue a Gaza è il risultato di decenni di oppressione e manipolazione, con i palestinesi vittime di una violenza sistematica giustificata da narrazioni propagandistiche. Netanyahu sfrutta Hamas come pretesto per continuare l’occupazione, con il supporto incondizionato dell’Occidente e la manipolazione delle istituzioni internazionali.
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Il bagno di sangue e la pura verità
Continua il bagno di sangue a Gaza. Esseri umani trattati peggio del bestiame. Spostati da una parte all’altra tra le macerie e sterminati senza pietà. Una vergogna che segnerà questo secolo.
Politicanti ed informazione mainstream continuano intanto a ripetere le solite litanie propagandistiche, il bagno di sangue sarebbe legittima conseguenza dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, come se tutto non fosse iniziato in realtà nel 1948 con la deportazione di 700.000 palestinesi dalle loro terre per far spazio ai coloni israeliani. La prima Nakba di una serie infinita. Da oltre settant’anni si susseguono tragedie, la stessa Gaza viene bombardata con regolarità da anni ed era diventata una prigione sovraffollata a cielo aperto sotto ferreo controllo israeliano.
Intere generazioni palestinesi sono cresciute nell’oppressione e nell’ingiustizia portando anche comprensibilmente alla nascita di Hamas, un partito politico che ha pure vinto le ultime elezioni concesse ai palestinesi nel lontano 2006. Un partito tra l’altro agli albori sostenuto anche da Netanyahu perché spaccava il fronte palestinese in due essendo più estremista rispetto a Fatah e perché funzionale all’occupazione israeliana. Per poter infatti portare avanti la sua annessione violenta e allo stesso tempo salvare la faccia davanti al mondo, Israele ha sempre avuto bisogno di un nemico altrettanto violento che gli offrisse delle scuse per reagire. Una trappola in cui i palestinesi – seppur con tutte le scusanti del caso – sono sempre cascati.
È questa la pura verità. Il bagno di sangue a danno dei palestinesi dura da decenni e quella del 7 ottobre è stata una reazione. Violenta e deplorevole ma sempre una delle tante reazioni palestinesi scatenate a seguito di decenni di oppressione e non affatto un attacco inconsulto che giustifichi addirittura un genocidio. Netanyahu oggi sta coronando deliri che covava da sempre. Eppure le litanie propagandistiche dicono altro. Quello di Hamas sarebbe terrorismo ed invece quello Israeliano enormemente più cruento che ha sterminato decine di migliaia di donne e bambini innocenti, invece no. Sarebbe legittima difesa. Un bagno di sangue anche di onestà intellettuale.
Una manipolazione di massa impressionante frutto di una guerra che Israele combatte da sempre su due fronti, tra le colline palestinesi come nei palazzi occidentali. È notizia di queste ore che i servizi segreti israeliani tallonavano il procuratore del Tribunale Internazionale che ha osato chiedere l’arresto di Netanyahu da ben nove anni. L’avevano identificato come possibile minaccia e preso di mira allo scopo di fermarlo e garantirsi impunità. Infiltrazioni non solo di politica e stampa quindi, ma anche di istituzioni internazionali. Per ottenere mani libere. Per preservare l’immagine di una democrazia modello vittima di arabi efferati che lotta per la sua sacrosanta esistenza. Già, israeliani martiri e palestinesi peggio del bestiame. Una strategia inarrestabile.
Il supporto incondizionato occidentale non è mai mancato fino dalla prima Nakba ed Israele ha sempre agito indisturbato nonostante nefandezze e violazioni continue del diritto internazionale. Un travisamento storico impressionante che esce ancora dalla bocca di politicanti e informazione mainstream. E guai a chi osa stonare. Un bagno di sangue anche di libertà e dignità personale.
Ma quando finalmente cesserà questa vergogna e si girerà pagina, bisognerà ripartire dalla pura verità degli ultimi settant’anni, tra le colline palestinesi come nei palazzi occidentali.
Tommaso Merlo