L’Ucraina sta subendo una rapida disfatta, con il suo esercito più debole e quello russo più forte, mentre la controffensiva ucraina è inefficace rispetto ai recenti guadagni territoriali russi. Macron esorta i leader europei a decidere rapidamente sul da farsi se Putin dovesse mirare a Kiev, evidenziando il fallimento delle strategie della NATO e la possibilità di un errore fatale.
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L’Ucraina corre verso la rovina a un ritmo più elevato del previsto. Dissanguata dalla controffensiva, perde roccaforti più velocemente. In ventiquattr’ore la Russia ha conquistato nell’oblast di Kharkiv più territorio di quello conquistato dagli ucraini in quattro mesi di controffensiva. L’esercito ucraino è molto più debole di due anni fa; quello russo, invece, è molto più forte. L’investimento nella guerra e l’esecrazione della diplomazia non hanno causato la liberazione dell’Ucraina, ma la sua distruzione.
Quando Zelensky iniziò a sparare sui condomini di Belgorod da Kharkiv, questa rubrica disse che una simile strategia avrebbe innalzato gli obiettivi territoriali di Putin: “Se Zelensky spara sulla Russia da Kharkiv, Putin prenderà Kharkiv per proteggere la Russia”. È la situazione attuale. Le reali intenzioni dei russi non sono chiare in questa fase. Putin sta conducendo l’offensiva più importante della guerra con 50.000 uomini, insufficienti a prendere tutto l’oblast. Le ipotesi sono almeno cinque. La prima è che Putin stia impiegando la consueta strategia incrementale che consiste nell’aggiungere truppe un po’ alla volta. La seconda ipotesi è che Putin voglia costringere Zelensky a spostare truppe e mezzi da altri fronti per penetrare più agevolmente in altre aree, ad esempio Chasiv Yar, la roccaforte nel Donetsk necessaria per procedere verso Kostantinivka, Kramatorsk e Sloviansk, ultima linea difensiva del Donbass. La terza è che Putin stia impiegando soltanto 50.000 soldati perché confida nel collasso delle linee ucraine. La quarta ipotesi è che i soldati russi siano più di 50.000, ma noi occidentali non lo sappiamo. La quinta è che Putin si accontenti di creare una zona cuscinetto di qualche chilometro senza prendere la città di Kharkiv. La sproporzione tra le forze in campo è talmente grande che la Russia può impiegare molteplici strategie. Putin potrebbe anche decidere di prendere una parte dell’oblast oggi per rimandare la conquista completa a domani. Il tempo lavora in suo favore. L’11 aprile scorso, il generale ucraino, Yurii Sodol, ha dichiarato: “Nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Luhansk, il nemico ci supera di 7-10 volte: manca il personale militare”.
L’invito di Macron a inviare truppe dev’essere letto all’interno di questo campo di forze oggettive. Se Putin prenderà Kharkiv, la distanza tra il suo esercito e Kiev sarà minima. Tra Kharkiv e Kiev c’è soltanto l’oblast di Poltava. Putin potrebbe attaccare Kiev da più direzioni, ad esempio, da Poltava e dalla Bielorussia. Macron pone una domanda in codice ai leader europei che rendo esplicita in questa forma: “Se Putin punta verso Kiev, che cosa facciamo? Rimanere a guardare mi può andar bene, ma questa decisione va presa subito e non in pieno panico”. Nonostante Macron sia uno dei leader europei più fallimentari – aveva previsto una facile vittoria sulla Russia invitando a non umiliare Putin eccessivamente – ragiona da statista. Macron sta esortando Giorgia Meloni e Olaf Scholz a decidere in anticipo riflettendo sulle conseguenze geopolitiche della fine violenta del regime di Zelensky. Meloni e Scholz hanno risposto che non invierebbero soldati in nessun caso. Meloni non vuole spaventare gli italiani offrendo voti a Michele Santoro, Giuseppe Conte o Nicola Fratoianni. Ma questa posizione può cambiare. La Nato ha sempre giocato d’azzardo in Ucraina. Tutte le sue decisioni, il cento per cento, si sono rivelate disastrose. Manca soltanto l’errore fatale: l’invio di truppe nella convinzione che Putin si spaventi. La Russia vincerà la guerra in Ucraina con le armi convenzionali o con quelle nucleari.
Il Fatto Quotidiano, 14 Maggio 2024