Gli sconfitti. La piazza di Serra era il funerale degli eurocentrici in lutto

La piazza organizzata da Michele Serra è stata la piazza della confusione e dello smarrimento.

di Alessandro Orsini

La piazza organizzata da Michele Serra è stata la piazza della confusione e dello smarrimento. È stata la piazza di chi ha creduto che la sconfitta della Russia fosse un gioco da ragazzi in stile Carlo Calenda contro Chiara Appendino il 2 febbraio 2023 a Piazza Pulita: “Come sconfiggere la Russia? Semplice: basta dare armi agli ucraini”. È stata la piazza dei facili entusiasmi di Repubblica e della mancanza totale di senso della realtà; è stata la piazza della presunzione e dell’arroganza dell’uomo eurocentrico. In tre anni, i manifestanti sono passati dallo slogan: “Provochiamo la morte della Russia” allo slogan: “Evitiamo la morte dell’Europa”. È stata la piazza dello sconforto e dello smarrimento. Migliaia di persone hanno celebrato il rito per elaborare il lutto collettivo della sconfitta, convocate dai sacerdoti della religione laica della superiorità dell’Occidente. Terminata la guerra fredda, siamo passati da una religione laica dai contorni ben precisi, il marxismo-leninismo, a una religione laica di cui non si capisce niente. Una religione laica basata sull’idea generica che l’Europa è una civiltà moralmente superiore alla Russia, alla Cina, all’Iran, insomma, i nemici della Casa Bianca. I credenti laici si sono stretti come accade ai funerali, a cui tutti possono partecipare senza distinzioni di partito. Ecco spiegata la presenza così contraddittoria di politici con idee tanto diverse. Come si conviene a un popolo sconfitto, Roberto Vecchioni ha fatto l’elenco di tutte le cose belle prodotte dall’Europa assicurando che nessun’altra civiltà ha prodotto niente di paragonabile. Utile contro la depressione e pure commovente. Ma se uno non ha passato tutta la vita a studiare le altre civiltà, come fa a saperlo?

Il Corriere della Sera è il laboratorio sociologico più interessante giacché il quotidiano di Luciano Fontana esprime, perfettamente, tutti i complessi di superiorità eurocentrici dell’uomo medio, secondo cui l’Occidente è una civiltà superiore. Il nuovo discorso più irrazionale sulla guerra in Ucraina giunge infatti da un editorialista del Corriere della Sera. Ernesto Galli della Loggia, facinoroso sostenitore dell’invio di armi a Zelensky all’infinito, ha spiegato a Luca Sommi che nessuno ha mai armato Zelensky con l’idea che l’Ucraina avrebbe sconfitto la Russia. Secondo Galli della Loggia, nessuno ha mai avuto un’idea così assurda dalle sue parti. Galli della Loggia ha dimenticato tutte le volte in cui Paolo Mieli e Luciano Fontana hanno detto che le armi agli ucraini servivano per sconfiggere i russi sul campo. Ha dimenticato tutte le volte in cui hanno detto che gli ucraini avrebbero vinto. Ha dimenticato che l’Europa ha armato la “grande” controffensiva ucraina, iniziata il 5 giugno 2023, con l’intento dichiarato di liberare tutti i territori occupati da Putin. Galli della Loggia ha dimenticato il discorso di Mario Draghi per la sconfitta della Russia all’Assemblea generale dell’Onu del 21 settembre 2022 e quello al Massachusetts Institute of Technology del 6 giugno 2023. A vantaggio di Galli della Loggia, riporto le parole di Draghi al Mit di Boston: “Non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra”. Il fatto che Galli della Loggia ricorra a un trucco retorico così puerile per nascondere il fallimento delle politiche promosse dal Corriere della Sera in Ucraina desta impressione. Non si capisce se questa narrazione nasca dalla disonestà intellettuale o dalla perdita di ogni facoltà logica davanti alla sconfitta.

Il Fatto Quotidiano, 18 marzo 2025

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