Preso atto della facilità con cui sono riusciti a fare passare questa follia del riarmo europeo come una buona idea – anzi addirittura come una cosa necessaria – i paladini della nostra sicurezza hanno deciso di osare ancora un altro po’. E quindi la rappresentante UE Kaja Kallas ha presentato agli stati “volenterosi” – fra i quali non manca mai l’Italia, donatrice di sangue alla causa comunitaria per eccellenza – un piano di spesa per ulteriori 40 miliardi in droni, munizioni, bombe e jet da offrire in dono all’Ucraina.
Non solo, visto che in Romania sono riusciti a fare fuori Calin Georgescu dopo che aveva vinto le elezioni presidenziali di dicembre, perché non spingersi ancora più avanti? E dunque oggi è stata esclusa dalla ripetizione delle elezioni anche Diana Sosoaca, che aveva a sua volta idee molto critiche verso le politiche belliciste dell’UE e non è d’accordo con il ripudio della diplomazia. Ne resterà soltanto uno.
Ma la cosa incredibilmente ipocrita è che nessuno parla di questa vergognosa porcheria in atto a poche centinaia di chilometri da casa nostra. Addirittura qualche giorno fa al Parlamento europeo la deputata tedesca Anderson ha chiesto di inserire all’ordine del giorno una discussione sui fatti che stanno accadendo in Romania, ma la sua proposta è stata bocciata con voto contrario anche dei 5 stelle, che evidentemente sono felicemente (tra)passati dal volere la democrazia diretta a coprire quella telecomandata.
Stanno cambiando in maniera sempre più veloce e violenta tutta la narrazione che ha retto la loro impalcatura di menzogne negli ultimi 30 anni: dal tabù del debito pubblico che ora all’improvviso si può (anzi si deve) fare, alla retorica green che cede il passo ai fumi della produzione bellica, all’ipocrisia dell’UE nata per diffondere pace e armonia fra i popoli che ora parla solo di armi e guerra. E poi la grande democrazia liberale europea che oggi di punto in bianco diventa facilmente sacrificabile se il candidato che vince non è di loro gradimento; gli americani che prima sono amici e alleati e poi diventano temibili e insidiosi.
E dulcis in fundo la demonizzazione di ogni forma di identità e rivendicazione di sovranità, fino a ieri bollata come pericolosamente estremista, che oggi viene messa repentinamente da parte, perché adesso sono proprio loro a volerci così fieri e patriottici da desiderare il riarmo per la nostra sicurezza, essendo magari anche pronti a indossare l’elmetto e andare al fronte ad annientare la minaccia russa.
Questi signori sono in palese confusione, delirano, vaneggiano, navigano a vista. E tra l’altro state certi che in caso di naufragio terrebbero per loro tutte le scialuppe di salvataggio.
Francesco Forciniti