Il momento più basso delle solite interviste alle quali siamo abituati ad assistere quando l’intervistato è Giuseppe Conte, è stata la ennesima riproposizione della dichiarazione che Conte rilasciò in occasione delle prime affermazioni di Trump su Zelensky. Riproposizione accompagnata da un sorrisetto di auto compiacimento di Formigli e da un totale travisamento del contenuto di quella dichiarazione.
Conte si è difeso bene. Finalmente il giochetto è stato fatto in sua presenza. “Dovete smetterla di fare questi giochini giornalistici”, ha detto, aggiungendo, “non vi permetto di mettermi in bocca cose che non ho mai detto”. Ha potuto spiegare ciò che era stato ovvio fin dall’inizio, smentendo finalmente il furbo tentativo di farlo passare come trumpiano dopo averlo definito putiniano.
Ma è stato un altro il momento in cui avrei voluto entrare nello schermo. Quello in cui Conte ha diretto verso Formigli, come un uppercut, un micidiale “voi”. “Noi chi?” “Beh voi del mainstreem”. Grandissimo Conte. Formigli non ha saputo ribattere, ha accusato il colpo. Formigli non ha l’intelligenza di Floris, pur avendo lo stesso orientamento e gli stessi obiettivi di linea editoriale, però è molto più subdolo del collega.
Appare, in alcuni momenti, travolto da una sorta di presuntuoso autocompiacimento. E, lo dico con franchezza, dimostra ampiamente la sua avversione a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle. È molto lontano da un giornalismo come Dio comanderebbe, non schierato, equidistante e alla ricerca della verità. Basterebbe solo l’onestà intellettuale che, purtroppo, non c’è. È questa la sua debolezza ed è questo che rende debole il suo lavoro. Questa sera ha trovato un Conte forse un po’ stanco, ma carico a molla e che gli ha dato una lezione. Non lo dimenticherà facilmente.
Giancarlo Selmi