Conte duella a mensa con la leader “bellica”. Striscioni e sospiri dem

In Gruppo – Con l’ex premier anche Taverna e Crimi

di Luca De Carolis

I duellanti se le dicono dentro la mensa di Strasburgo. “Giuseppe”, si annuncia Ursula von der Leyen. “Ciao, Giuseppe” le fa eco il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Lui, Giuseppe, cioè il Conte che si è portato cinquanta parlamentari nel cuore dell’Europa, è con il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri e membri dello staff. “Continueremo a farti una forte opposizione” le assicura l’avvocato. “Ma io sono forte, lo vedremo” replica la presidente della commissione Ue. “Noi saremo più forti” giura l’ex premier.

Sorrisi, saluti, Costa che chiosa: “È il bello della democrazia”. E per Conte va benissimo così. Ha ottenuto il palcoscenico internazionale per ostentare che lui è l’anti Von der Leyen, libero di fare muro al suo piano per il riarmo da 800 miliardi, mentre Elly Schlein dicendo no ha trasformato il suo Pd in una santabarbara. “Siamo in tutti i tg”, celebrano i 5Stelle dell’esodo in Ue, dove assieme agli eletti di oggi ci sono i veterani Paola Taverna e Vito Crimi. Soprattutto, rivendicano “la fila di deputati di altri gruppi” che sono andati a salutare Conte, mentre con i suoi esponeva gli striscioni della pace e i cartelli contro le armi appena fuori dell’aula (photo action, la chiamano). I gruppi, tutti, li aveva pre-avvertiti con apposita email il capo delegazione, Pasquale Tridico. E si sono presentati in diversi: da Fabio De Masi di Bsw, il partito della “sodale tedesca” Sahra Wagenknecht, a Estrella Galan di Sumar, il partito rosso della vicepresidente spagnola Yolanda Diaz, per arrivare ai comunisti portoghesi e a partiti slovacchi, belgi, ciprioti e bulgari. È ciò che l’ex premier cercava, nel giorno anche del flash-mob davanti al Parlamento Ue. In aula, è Danilo Della Valle a depositare sul banco vuoto di Von der Leyen la bandiera della Ue cucita assieme a quella della pace. La stessa che mostreranno nel Parlamento italiano i due 5Stelle rimasti a presidiare le Camere, Chiara Appendino e Stefano Patuanelli. Ma il martedì europeo del M5S suona anche come una sfida al Pd, nonostante in tanti giurino che “non è per questo che ci siamo mossi”. In collegamento con l’Aria che tira, Conte è affabile verso la segretaria dem: “Non è il giorno delle polemiche, ma della chiarezza delle posizioni. Schlein è stata chiara per un chiaro no al riarmo: ne prendiamo atto”. Ma la missione europea del Movimento non può lasciare indifferente il Pd dilaniato dal tema armi. “Il capo delegazione Nicola Zingaretti non ha gradito” sostengono diversi 5Stelle. La certezza è l’iper-atlantista Pina Picierno, dritta contro il M5S: “È molto facile lucrare consenso elettorale, questo è circo mediatico”.

Conte di eletti dem ne incrocia almeno un paio – Antonio Decaro e Lucia Annunziata – ma soprattutto conferma che non sarà alla piazza del 15 marzo a Roma, ideata dal giornalista di Repubblica Michele Serra: “Manifestare per questa Europa significa manifestare per il piano di riarmo. Il promotore è in buona fede, ma sono intervenuti tantissimi altri a dire che porteranno le bandiere della guerra”. Ergo, “per noi 5Stelle esiste solo la piazza del 5 aprile”. Comunque uno strappo, visto che anche Avs sabato sarà alla manifestazione. Ma Conte ripete il no, assieme alle sue parole d’ordine: “Stiamo andando verso un’escalation militare e Von der Leyen ci sta portando verso una economia di guerra. ha recuperato la sua dimensione passata, quella bellica”. È l’anatema dell’avvocato, che sente di aver giocato una buona carta.

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