Voglio bene a Federico Rampini, una gran brava persona che merita tutto il nostro rispetto e che sono sempre stato lieto di incontrare in televisione. Questa è soltanto una critica costruttiva per migliorare un po’ la qualità del dibattito pubblico in Italia sulla politica internazionale. E niente, non posso più trattenermi perché c’è questo video che ossessiona tutti dappertutto in cui Rampini dice che soltanto l’Occidente parla male di se stesso nei corsi di storia e di sociologia delle sue università. Rampini descrive questo fatto come sommamente anti-occidentale senza rendersi conto che è sommamente filo-occidentale. L’uso critico delle fonti storiche è tipicamente occidentale. Se un professore universitario spiega in aula che l’Occidente ha commesso massacri e genocidi, questa è una cosa occidentalissima. L’illuminismo, che invita a usare la ragione in modo critico, è nato in Occidente mica in Arabia Saudita. Sempre con molto rispetto, vorrei capire che tipo di università Rampini vorrebbe per l’Italia e per l’Occidente. Se Rampini vuole un’università in cui si parli dell’Occidente come ne parla il Corriere della Sera – faziosamente e con i paraocchi a fini apologetici tipo Ernesto Galli della Loggia e Paolo Mieli – allora Rampini vuole un’università anti-occidentale. Le università che insegnano che la pulizia etnica a Gaza è stata armata e sostenuta dalle principali democrazie occidentali non sono università anti-occidentali: sono università filo-occidentali. Il liberalismo italiano, purtroppo, ha sempre subito questa fascinazione autoritaria. È una cosa di cui i liberali italiani non riescono proprio a liberarsi. In questo libro ho spiegato che cosa sia la teoria post-coloniale, una teoria molto diversa da come viene rappresentata da Rampini. Nietzsche non era saudita.
Alessandro Orsini