Il golpe che (quasi) nessuno ricorda
Elon Musk, con la solita schiettezza, ha osato dire l’ovvio: gli Stati Uniti hanno rovesciato il governo legittimo dell’Ucraina nel 2014. Lo ha fatto commentando su X un video in cui il senatore Chris Murphy, non un oscuro complottista ma un insospettabile democratico con la cravatta giusta, ammette senza mezzi termini che Washington “non è rimasta a guardare” mentre Yanukovich veniva scaraventato fuori dalla finestra di un palazzo in fiamme. “Siamo stati molto coinvolti”, dice Murphy, con quella serena impudenza di chi sa di essere parte della cricca dei buoni e quindi può permettersi di raccontare anche le proprie magagne senza che nessuno ci faccia troppo caso.
E invece qualcuno ci fa caso. Musk, ad esempio. Che twitta: “Ancora pochissime persone lo sanno”. E ha ragione. In Occidente la narrazione è scolpita nella pietra: nel 2014 ci sarebbe stata una spontanea rivolta popolare, una colorata ribellione giovanile per la libertà e la democrazia, con il popolo in piazza a cacciare il tiranno sotto la guida di pacifici manifestanti. Una favola per gli ingenui o per i complici.
I fatti, che in pochi si degnano di ricordare, raccontano altro. Il 22 febbraio 2014, un presidente eletto con regolari elezioni, Viktor Yanukovich, viene destituito con la forza e costretto a fuggire. Dietro l’apparente spontaneità della rivolta c’è un gigantesco apparato di manipolazione, finanziamenti esteri, armi distribuite in piazza, un’improvvisa e selettiva amnesia su chi tirava i colpi di fucile tra i manifestanti. E poi ci sono i soliti noti: funzionari americani, emissari dell’UE, politici occidentali che sfilano con gli insorti per dare la loro benedizione al cambio di regime.
La famosa telefonata di Victoria Nuland (“Fuck the EU”, ricordate?) con l’ambasciatore americano in Ucraina Geoffrey Pyatt è un documento storico che varrebbe interi manuali di relazioni internazionali. Nuland non discute se ci sarà un nuovo governo, ma chi dovrà guidarlo. Come se fosse cosa loro. E in effetti lo era. “Yats is the guy”, dice. E così fu: Arseniy Yatsenyuk, primo ministro due settimane dopo.
Murphy, che oggi parla come un vecchio reduce orgoglioso delle sue imprese, ammette che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni e fatto pressioni per forzare il cambio di regime. Ma per gli irriducibili difensori della narrazione ufficiale, tutto questo non basta a parlare di golpe. Perché un golpe, nel linguaggio occidentale, è solo quello che fanno i cattivi.
Murphy dice un’altra cosa interessante, anche questa scivolata via nell’indifferenza generale. L’Ucraina, secondo lui, doveva “volgersi a Ovest” perché questo avrebbe garantito miliardi di dollari di nuove opportunità per gli Stati Uniti. Finalmente un po’ di sincerità. Dietro le grandi battaglie per la libertà c’è sempre il solito motivo: soldi. Tonnellate di soldi.
L’obiettivo dell’operazione Maidan non era affatto la democrazia. Era, come sempre, il controllo. Il controllo dell’Ucraina come pedina strategica contro la Russia, il controllo delle sue risorse, il controllo della sua economia da parte delle grandi aziende occidentali. La democrazia è sempre stata un dettaglio sacrificabile, come dimostra il fatto che l’attuale presidente ucraino, Zelensky, continua a governare senza elezioni e senza che nessuno a Washington abbia nulla da ridire.
E qui veniamo alla parte più surreale della storia. L’Ucraina è stata trasformata in un fortino militarizzato, dove le elezioni sono sospese a tempo indeterminato e il presidente in carica governa con pieni poteri, vietando partiti e media scomodi. Ma nessuno osi chiamarlo dittatore. L’ha fatto Trump, definendolo “un dittatore senza elezioni”, e apriti cielo: è stato costretto a fare marcia indietro. Il regime ucraino può fare esattamente ciò per cui altri vengono accusati e bombardati, senza che nessuno nel mondo libero batta ciglio.
Musk si è permesso di suggerire che Zelensky dovrebbe lasciare il potere e favorire una transizione democratica. Apriti cielo: è stato accusato di filo-putinismo, di diffondere disinformazione, di essere un agente del Cremlino.
Eppure la sua osservazione è cristallina. Il mandato di Zelensky è scaduto. Le elezioni non si fanno. L’unico argomento per mantenerlo al potere è la legge marziale, che in teoria dovrebbe servire a proteggere la democrazia, non a congelarla per sempre.
Ma qui torniamo al punto di partenza. Se nel 2014 si è potuto rovesciare un presidente democraticamente eletto con il plauso dell’Occidente, oggi si può fare il contrario: tenere in piedi un governo senza legittimità, sempre con il plauso dell’Occidente. La coerenza non è di questa storia. E Musk, nella sua ingenuità, si è illuso che fosse possibile dirlo senza essere crocifisso.