L’Ue spappolata dirotta i miliardi Pnrr sulle armi

Mentre Trump taglia i fondi a Kiev: “Solo per la pace” - Il presidente: “Zelensky crede di poter continuare a combattere”. Distensione con Mosca, stop agli attacchi hacker

Eurofollie

di Riccardo Antoniucci

“È come dicevo, questo ragazzo non vuole la pace perché pensa di avere l’America dietro le spalle a proteggerlo”. Dopo il match dello Studio Ovale, lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky continua a distanza. Il presidente Usa è tornato ieri sui motivi che lo portano a dubitare del presidente ucraino, reagendo alle sue dichiarazioni post-vertice con i leader Ue di domenica. Zelensky ha detto che, dal suo punto di vista, l’accordo per la fine della guerra con la Russia “è ancora molto, molto lontano” e si è detto sicuro di continuare a ricevere il sostegno Usa, perché il rapporto “non è occasionale”. Il punto di vista della nuova amministrazione a Washington è inverso: il sostegno americano dipende dalla volontà di Kiev di fare la pace, non di continuare a combattere. Perciò, quella di Zelensky per Trump è “la dichiarazione peggiore che poteva fare. L’America non sopporterà ancora a lungo”. Per dimostrare che alle parole intende far seguire i fatti, il presidente ha convocato il vice JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e della Difesa Pete Hegseth, con il consigliere Mike Waltz, per sospendere gli aiuti militari a Kiev. Lo scopo è fare pressione su Zelensky e spingerlo a tornare a Canossa. Senza scuse, salterà anche l’accordo sui minerali, assicurano fonti della Casa Bianca.

Non è la strada che Zelensky sembra voler imboccare. Un’ora dopo il post di Trump, ieri il leader ucraino ha rivendicato di continuare “il lavoro con i partner” per ottenere una “pace reale”, cioè basata su garanzie di sicurezza. Che l’Europa non appare in grado di dare. La “coalizione dei volenterosi” di Starmer non conterà sull’Italia. La premier Giorgia Meloni ieri ha assicurato che Roma non manderà truppe a Kiev e ha giudicato la proposta “complessa”. Per Trump i toni sono concilianti: “Abbiamo tutti lo stesso obiettivo”, che la pace sia “definitiva”.
Lo stesso Keir Starmer, dopo aver rivendicato per Londra “un ruolo di primo piano” anche con “truppe e aerei”, ieri alla Camera dei comuni ha detto che “per aver successo” lo sforzo europeo “deve avere un deciso sostegno dagli Usa”. Senza il quale ogni idea di sicurezza “non è seria”. La Gran Bretagna ha sgonfiato la proposta di Emmanuel Macron di una tregua di un mese (limitata solo ai bombardamenti sulle città, non alle trincee). “Ci sono diverse proposte sul tavolo per un eventuale cessate il fuoco in Ucraina”, è il diplomatico sgambetto. L’idea della tregua francese è assente dalle bozze di lavoro che circolano tra i leader europei prima del vertice di giovedì a Bruxelles. Dove si parla di tregua “solo come parte di un accordo di pace comprensivo” che “deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili per l’Ucraina”. Che non esistono senza gli Usa: dati alla mano, l’Europa ha dato a Kiev più fondi, ma il grosso del supporto militare e di intelligence viene da Washington. Macron, inoltre, ha in patria un governo fragile, dove l’opposizione del Rassemblement National di Marine Le Pen ha già bocciato la difesa comune europea come “una chimera” e l’ipotesi di inviare truppe francesi in Ucraina come “una follia”.
In Germania, il futuro cancelliere Frederic Merz, che pure fresco di vittoria elettorale parlava di “indipendenza dagli Usa” ieri si è impegnato a “fare qualunque cosa per mantenere gli americani in Europa”: contingenti e basi Usa sono un pilastro della deterrenza del continente. Agli occhi della Casa Bianca, gli europei “mostrano una volontà”, dice Mike Walz, ma ora “devono investire”. Più tagliente Trump: “L’Europa dice che non può fare niente senza gli Usa, non il massimo per dimostrare forza alla Russia, no?”. La ripresa dei rapporti Usa-Mosca prosegue: l’incontro fra Trump e Putin si avvicina, garantiva ieri Cnn. Perciò gli Usa avrebbero interrotto le “operazioni offensive” di hacking contro i russi. Misura decisa dal capo del Pentagono Hegseth e rivelata dal New York Times, abituale in fasi di intese diplomatiche e che non intacca la difesa dai cyberattacchi.

Mentre per la Cina gli attriti con Kiev “hanno fatto cadere la maschera” degli Usa e rivelato i suoi veri intenti di “saccheggio” delle risorse, la Turchia, secondo esercito Nato, ha rivendicato un ruolo nel disegno di sicurezza europeo: Erdogan, già mediatore tra Kiev e Mosca, ieri ha ribadito che senza la Russia non può esserci negoziato.

Il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2025

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