La prolessi, dal greco πρόληψις (prólēpsis), ossia «anticipazione», è una figura retorica che consente di evocare eventi futuri come se fossero già avvenuti. Nella letteratura italiana, questa strategia assume un valore pregnante e suggestivo, poiché permette allo scrittore di sospendere il tempo narrativo e di collocare il lettore in una posizione di superiorità rispetto ai personaggi, creando un effetto di drammatica ironia o, al contrario, di ineluttabilità. Uno degli esempi più emblematici e audaci di prolessi si trova nella Divina Commedia di Dante Alighieri, in particolare nel Canto XIX dell’Inferno.
Il caso di Bonifacio VIII: una condanna anticipata
Siamo nella bolgia dei simoniaci, coloro che hanno venduto cariche ecclesiastiche per denaro. Qui Dante incontra Niccolò III, pontefice vissuto tra il 1216 e il 1280, che, immerso a testa in giù tra le fiamme, scambia il poeta per il suo successore Bonifacio VIII, esclamando con stupore:
“Sei tu già costì ritto, Bonifazio? Di parecchi anni mi mentì lo scritto!”
L’effetto è straordinario: Bonifacio VIII non era ancora morto al tempo della composizione del canto, eppure Dante, con un gesto di assoluta disinvoltura letteraria, lo proietta già tra i dannati. La condanna non è soltanto profetica, ma perentoria: l’autore non attende il giudizio divino, non lascia spazio a dubbi o revisioni. La sorte del pontefice è già scritta. Siamo di fronte a un esempio straordinario di prolessi narrativa, in cui il destino è sigillato prima ancora di compiersi.
Prolessi e struttura della Commedia
L’uso della prolessi da parte di Dante non è episodico né gratuito, ma rientra in una più ampia concezione della sua opera. La Commedia è un testo che si muove su una molteplicità di piani temporali: il viaggio ultraterreno del poeta avviene nel 1300, ma viene raccontato a partire dal 1308-1312 circa, con uno scarto temporale che permette di includere eventi futuri già avvenuti nel mondo reale. Questa struttura consente a Dante di assumere il ruolo di vate, anticipando con certezza il destino di figure politiche e religiose.
Un altro caso significativo di prolessi si trova nel Canto XXXII dell’Inferno, quando Dante incontra Bocca degli Abati tra i traditori della patria. Il poeta, furioso, lo accusa e lo condanna senza appello, e nel prosieguo del poema adotta lo stesso procedimento nei confronti di altri dannati, mostrando un atteggiamento di condanna che prescinde dagli eventi terreni ancora in corso. In tal modo, l’intera struttura del poema si trasforma in un tribunale escatologico in cui la giustizia divina si manifesta in anticipo.
Prolessi e giudizio morale
Il caso di Bonifacio VIII è emblematico anche sotto il profilo storico e ideologico. La rivalità tra Dante e il pontefice era nota, e la condanna anticipata non è solo una scelta stilistica, ma un atto di accusa di straordinaria potenza politica. Dante non si limita a prevedere la dannazione del papa, ma la dà per certa. È un gesto di ribellione contro l’autorità corrotta della Chiesa, un’azione letteraria che si colloca in un contesto di lotta tra potere spirituale e potere temporale. La prolessi diventa così uno strumento non solo narrativo, ma politico e morale.
Prolessi nella tradizione letteraria
L’uso della prolessi non è una peculiarità esclusiva di Dante, ma si ritrova in molte opere della tradizione letteraria. In Omero, per esempio, nell’Iliade, si fa largo uso di anticipazioni che prefigurano il destino degli eroi: Achille sa già che morirà giovane, Ettore prevede la distruzione di Troia. Nella tragedia greca, Eschilo e Sofocle utilizzano la prolessi per costruire la tensione tragica: gli spettatori conoscono già il destino dei protagonisti, ma assistono impotenti al loro cammino verso la rovina.
In epoca moderna, il procedimento viene ripreso in letteratura con funzioni diverse. Manzoni, ne I promessi sposi, lo utilizza per avvertire il lettore sugli sviluppi futuri della vicenda, mentre in autori come Proust e Joyce la prolessi diventa uno strumento per esplorare la percezione soggettiva del tempo. Il cinema e la narrativa contemporanea, specialmente nel genere del thriller e della fantascienza, impiegano frequentemente la prolessi per costruire suspense e mistero.