di Marco Franchi
La deputata Micaela Brambilla è a processo a Lecco con l’accusa di non aver versato l’Iva per oltre 1 milione di euro. Lo rivela Report nella puntata in onda questa sera che torna a occuparsi della parlamentare dal cuore animalista ma che fa soldi a palate con il commercio di salmoni e gamberetti. Attraverso un giro di affari celati dietro il paravento di fiduciarie (e prestanomi) però riferibili a lei e a suo marito. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza la parlamentare usava anche i parenti per schermarsi: suo cognato è stato amministratore dal 2014 al 2018 della Blue Line di cui Brambilla era amministratrice di fatto come pure della Prime Group. Mentre la suocera ultra 80enne era amministratrice della My Star, una società che sarebbe stata creata appositamente per evadere le imposte attraverso fatture per consulenze fittizie che hanno consentito a Brambilla di evadere le imposte e drenare risorse fino a 400 mila euro l’anno da Prime e Blue Line, portate sull’orlo del fallimento.
Nel servizio di Report firmato da Giulia Innocenzi emerge anche che le società venivano usate dalla deputata forzista, (ora passata con Maurizio Lupi) per le sue spese: dalla segreteria politica, all’hotel di lusso all’auto blu, fino alle spese per giardiniere e stalliere. Allo stesso modo centinaia di migliaia di euro raccolti da donatori privati ma anche enti pubblici, dalla onlus animalista Leidaa di cui Brambilla è presidente, sarebbero stati usati per finanziare la sua campagna elettorale e per la copertura di spese personali. Tutto questo in un quadro in cui il ruolo pubblico e le attività private della deputata si intrecciano: secondo quanto ricostruito da Report la Brambilla imprenditrice usa la Brambilla politica per vendere gamberetti e salmone alla Grande distribuzione grazie al rapporto personale e privilegiato con proprietari e amministratori delegati di catene di primaria importanza. Ma se gli affari di Brambilla vanno a gonfie vele, lo stesso non si può dire delle fiduciarie a lei riconducibili, a partire da Prime Group abbandonata con 7 milioni di debiti da pagare al fisco dopo essere stata spolpata anche attraverso le consulenze fittizie (a My Star). Poco male: i clienti di Prime sarebbero stati dirottati dalla deputata nell’altra sua società, la Blue line. Poi venduta a una fiduciaria con cui Brambilla si è accordata per un contratto di consulenza da 180 mila euro l’anno, più bonus in proporzione agli affari procacciati con la Gdo dove, grazie alle sue conoscenze anche politiche, ha dimostrato di giocare in casa. Tant’è che in seguito, secondo il servizio di Report, si è messa a vendere salmone e gamberetti sotto il marchio Food From the World, ufficialmente di proprietà di una fiduciaria, ma con pesce imbustato a quanto pare proprio nel capannone di Io Veg. Ossia l’azienda vegana della parlamentare animalista.
Il Fatto Quotidiano, 23 febbraio 2025