La scelta della pace

La Costituzione dice una cosa, i politicanti ne fanno un’altra. Credono cioè nella guerra come risoluzione delle controversie internazionali e ormai le alimentano con disinvoltura. Credono che serva uccidere altri...

La Costituzione dice una cosa, i politicanti ne fanno un’altra. Credono cioè nella guerra come risoluzione delle controversie internazionali e ormai le alimentano con disinvoltura. Credono che serva uccidere altri esseri umani e radere al suolo altri paesi per risolvere i problemi tra popoli al punto che sottraggono immense risorse pubbliche ai cittadini per investirle in armi e guerre. Le cose sono due, o si cambia la Costituzione o si cambia la classe dirigente. E per il bene di tutti, molto meglio la seconda. Negli ultimi anni ne abbiamo subite addirittura due di guerre. Una di trincea in Ucraina e una di sterminio in Palestina. Brutali scene da secolo scorso frutto non di fatalità ma di scelte politiche. Con Mosca fino al giorno prima eravamo amiconi, poi i guerrafondai della Nato si son messi in testa di arrivare fino a Kiev e una volta scoppiata la controversia, le classi dirigenti hanno rifiutato e sabotato ogni dialogo ed insistito cocciutamente con la soluzione militare per procura. Una scelta politica che dopo centinaia di migliaia di morti e un paese in macerie, addirittura rivendicano. Anche il genocidio a Gaza poteva essere evitato costringendo Israele ha rispettare le risoluzioni dell’ONU e il diritto internazionale, ed invece le classi dirigenti hanno scelto il silenzio o addirittura il sostegno a Netanyahu. Una delle principali scuse degli alfieri della guerra, è la sicurezza. Ma nella vita si è sicuri quando si è circondati da persone con cui si ha un buon rapporto, non quando si è armati fino ai denti circondati da nemici. Quando si dialoga, si coopera. Quando prevale rispetto e fiducia. E in caso di controversie, si ragiona e si ricorre alle regole e istituzioni preposte. Già, la sicurezza con la Russia non si ottiene piazzando missili nel cortile del Cremlino, ma costruendo con Putin o meglio con la Federazione Russa a prescindere da chi la guida, dei rapporti sempre più solidi e profondi. Come stava avvenendo prima della follia ucraina con crescenti rapporti diplomatici, culturali ed economici. Stessa storia in Medioriente, dopo decenni di guerre sanguinarie, Israele non solo non riesce a garantire nemmeno la sicurezza ai sui cittadini, ma la sua sopravvivenza non è mai stata così a rischio. Con la guerra si tramortisce il nemico per un po’, ma prima o poi torna più agguerrito di prima. L’unica vera via che Israele ha per non sparire dalle mappe nel lungo periodo, è posare le armi e tornare al dialogo e al buonsenso. Come insegna del resto l’Europa, ci siamo ammazzati tra noi per secoli e grazie all’unione stiamo vivendo il più lungo periodo di pace della nostra storia. Dopo milioni di morti, abbiamo capito che uniti siamo tutti più sicuri e cooperando più ricchi. Non utopia, realtà. E quando il mondo intero seguirà la stessa strada, conquisterà la pace. Ma bisogna essere onesti, noi europei abbiamo smesso di spararci tra noi, ma trascinati dagli americani abbiamo inventato ogni panzana per scatenare guerre altrove. Anche la panzana della sicurezza per poi ritrovarci il terrorismo sull’uscio di casa. Abbiamo bombardato a vanvera mezzo mondo diventando noi il pericolo principale dell’umanità, ma invece di guardarci allo specchio vediamo minacce e nemici ovunque. Come se temessimo che gli altri sono come noi. Leggi della vita personale come di quella collettiva. Sicurezza come scusa, difesa che in realtà è attacco, nemici immaginari e che abbiamo soprattutto dentro di noi, isterismi bellici invece che sensato realismo. Le tragedie in Ucraina e Palestina dimostrano come la guerra sia una delle manifestazioni più autodistruttive dell’essere umano, frutto dei suoi istinti peggiori e del suo sottosviluppo spirituale, culturale e quindi politico. Più infatti l’essere umano evolve, più rifiuta ogni forma di guerra e sceglie la pace. La guerra va rifiutata a prescindere, come fecero i padri costituenti a seguito della catastrofe del secondo conflitto mondiale. Non siamo forse ancora al punto di poter smantellare tutti gli eserciti, ma deve essere questo l’obiettivo, altro che riarmo. E la guerra deve stare alla larga dalla becera faziosità politica, in Ucraina e Palestina i rispettivi tifosi interpretano in maniera opposta addirittura le ragioni del conflitto. I carnefici per qualcuno, sono vittime per altri. Realtà parallele tra cumuli di cadaveri e di macerie anche morali. La pace è una scelta di fondo che un paese democratico ha il dovere di compiere. Una scelta salvifica per la nostra vita come per il mondo intero.

Tommaso Merlo

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