Il neofascismo occidentale e la resistenza

Trump rischia di finire a testa in giù con al fianco Musk invece della Petacci. La resistenza americana è già iniziata e si moltiplicano le proteste. Sta salendo la tensione,...

Trump rischia di finire a testa in giù con al fianco Musk invece della Petacci. La resistenza americana è già iniziata e si moltiplicano le proteste. Sta salendo la tensione, gli stati federali democratici rimandano gli ordini esecuti al mittente mentre le corti si apprestano a celebrare di tutto. Una guerra civile per ora combattuta con gli azzeccagarbugli ma che potrebbe degenerare. Sono tutti armati fino ai denti e la sottocultura della guerra potrebbe ritorcersi contro i suoi alfieri. Non si era mai vista una cosa del genere e tra braccia tese e motoseghe al vento, molti americani temono sia in corso un tentativo di trasformare gli Stati Uniti in un regime autoritario. Ma il modello di riferimento non è Mussolini, è Putin. Una democrazia solo apparente, con un padre padrone al centro che domina giudici e parlamento. Un capo supremo intoccabile che circondato da fedeli oligarchi controlla l’informazione, la cultura e calpesta ogni oppositore. Pare che il caos di queste settimane sia parte di una strategia atta a sorprendere il sistema. E anche l’attacco frontale al potere giudiziario è pianificato, vogliono sottometterlo mentre i camerati trumpiani controllano già entrambi i rami del parlamento. Si respira davvero una brutta aria. Tra licenziamenti di massa, sconcerto ed i primi oppositori che finiscono nel mirino mentre la stampa lo è da sempre. Una volta che riusciranno a piegare la Costituzione, sarà fatta. Nascerà un’autarchia bigotta e razzista figlia del neofascismo che imperversa da tempo su entrambe le coste dell’Atlantico. Il movimento MAGA di Trump è quello del 6 gennaio che ha fatto irruzione a Capitol Hill perché non accettava il responso elettorale e quindi il trasferimento pacifico di potere cardine della democrazia. Trump ha subito graziato gli assalitori e adesso che si son ripresi il potere col voto, non lo molleranno certo facilmente. È questo il timore di molti americani. Come ha fatto Putin, ormai diventato zar di fatto. Anche l’incredibile svolta ucraina può essere letta in chiave neofascista, nel senso che il legame ideologico nero è più profondo di ogni altra considerazione. Un accordo tra autocrati conviene al prestigio di entrambi mentre le democrazie europee vengono trattate come pezze da piedi. Non più due blocchi contrapposti, ma due autocrati per il momento alleati e noi europei inermi in mezzo. Ma il vento neofascista soffia da tempo anche da noi. In Italia abbiamo il governo più a destra dai tempi della buonanima e non è certo un caso se è nelle grazie di Trump e soci. In Unghera Orban spadroneggia invece già da anni mentre le strade inglesi e tedesche si sono riempite di camicie nere che scalpitano per prendersi il potere brandendo crocifissi e manganelli. Bigottismo, razzismo e rigurgiti ideologici. Ma il modello di riferimento è Putin e non la buonanima di Mussolini che si starà comunque rigirando nella tomba. Ormai siamo connessi costantemente con ogni angolo del globo, mandiamo spazzatura missilistica in giro per l’universo e siamo sulla soglia dell’era della deficienza artificiale, eppure a livello politico siamo ridotti a ripescare ideologie del secolo scorso di cui il dittatore italiano è stato un decano. A livello materiale andiamo avanti, a livello ideale e quindi politico andiamo indietro col rischio di ripetere gli stessi tragici errori. Certo, quello di oggi è un fascismo più annacquato e adatto ai tempi, ma l’essenza è la stessa. L’accentramento dei poteri e l’idolatria, l’imposizione della propria volontà anche con le maniere forti, la paura esorcizzata con l’odio verso opposizioni e minoranze, la riduzione delle vere libertà in nome di altre fasulle, l’egoismo e quindi la chiusura mentale e geografica, il cameratismo oggi come allora anche internazionale e lo sfruttamento politico della religione. Nessuna congettura, nessun complottismo, ma braccia tese e motoseghe al vento sui palchi delle convention, camice nere che brandiscono crocifissi e manganelli oer le strade, deportazioni di massa e muri, strappi costituzionali e crescente fastidio verso ogni dissenso. Dalla Germania che va al voto terrorizzata di ricascarci, passando per gli Stati Uniti che ci liberarono dal nazifascismo ed oggi vengono travolti da una nera tempesta. L’ennesima conferma di quanto la guerra sia una inutile follia e di quanto sia invece essenziale la resistenza civile che consente di digerire e seppellire per sempre certe idee rovinose. Evviva dunque la nascente resistenza americana e la speranza è che parta presto anche quella europea. Davanti a certi pericolosi rigurgiti, certe contrapposizioni partitiche perdono senso. Oggi come allora chiunque crede nella democrazia ed auspica che sia sempre più sensibile, partecipata ed inclusiva deve unire le forze per resistere al neofascismo occidentale. E oggi come allora, la democrazia prevarrà.

Tommaso Merlo

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