Lo scandalo dei Rifiuti Solidi Urbani della Sardegna. Un mare infinito di soldi pubblici persi tra inefficienze, incapacità dirigenziali, lottizzazioni politiche vergognose, dirigenti di impianti altamente tecnologici ma senza alcuna professionalità tecnica scelti dalla Politica. Oggi si scopre che il Tecnocasic di Macchiareddu (Cagliari) ed il suo termovalorizzatore, a cui fa riferimento il Sud Sardegna, praticamente non è operativo. È al collasso. Mentre il nuovissimo impianto di termovalorizzazione di Tossilo (Macomer) che dovrebbe incenerire i rifiuti del centro Nord Sardegna (costato circa 50 milioni) è tuttora inattivo. E le inquinanti discariche a cielo aperto sono ferite al territorio sulle quali in molti speculano. Un vortice di affari e guadagni infinito. Il tutto sulla pelle dei cittadini con il costo della Tari che cresce in tutta l’Isola.
Il problema è sostanzialmente politico. Con governance a digiuno delle competenze sulle problematiche tecniche dei complessi impianti alla cui guida sono stati nominati. La bolla esplode, per un caso, oggi. Ma ha avuto il suo apice durante la quinquennale gestione di Christian Solinas alla Presidenza della Regione Sardegna. Quando a Tossilo Macomer venne sollevato dall’incarico di responsabile l’ingegnere cagliaritano Antonio Delitala, che richiamava alle sue responsabilità la Politica. A Cagliari, alla guida del Tecnocasic sono stati chiamati come amministratori di vertice un commercialista e una impiegata dell’Università, moglie del Dg più vicino al Governatore Solinas. Promossa al ruolo apicale senza alcuna conoscenza specifica. La paralisi dei termovalorizzatori è così facilmente spiegabile. Lo scandalo è infinito. L’emergenza drammatica. Nonostante le denunce e gli appelli dei sindaci di molti Comuni. Una vergogna sarda di sprechi e lottizzazioni clientelari. Pagano i contribuenti. Cioè i cittadini.
Mario Guerrini
IL MIO OSSERVATORIO (6091)