Il concetto di ἀρετή (aretḗ) in greco antico è centrale nella filosofia e nella cultura greca, con un significato che si è evoluto nel tempo a seconda del contesto e dell’autore che lo utilizza.
Il termine ἀρετή deriva dalla radice ἀρ-, che indica l’idea di eccellenza e capacità. In senso generale, significa virtù, eccellenza, valore, inteso come la qualità migliore che un essere umano o una cosa possono esprimere.
Nell’Iliade e nell’Odissea, l’areté è associata principalmente all’eccellenza guerriera e al valore eroico. Un uomo come Achille possiede areté per la sua forza e il suo coraggio in battaglia, mentre Odisseo la esprime attraverso l’intelligenza e l’astuzia (μῆτις, mētis). In questo contesto, la virtù è legata all’adempimento del proprio ruolo sociale e all’onore (τιμή, timḗ) che ne consegue.
Con i sofisti e soprattutto con Socrate, il concetto di areté si sposta dall’ambito fisico e bellico a quello morale e intellettuale. Socrate, come riportato nei dialoghi di Platone, sostiene che la areté è conoscenza del bene e che solo chi conosce il bene può agire virtuosamente. Questo apre la strada a una concezione più etica del termine.
Platone sviluppa ulteriormente questa idea nella sua teoria delle virtù, identificando quattro virtù cardinali: σοφία (sophía, saggezza), ἀνδρεία (andreía, coraggio), σωφροσύνη (sōphrosýnē, temperanza) e δικαιοσύνη (dikaiosýnē, giustizia). In Platone, l’areté è legata alla realizzazione della propria essenza, in particolare nel contesto della città ideale descritta nella Repubblica.
Aristotele, nell’Etica Nicomachea, distingue tra areté dianoetiche (intellettuali) e areté etiche (morali). Le prime derivano dall’insegnamento e riguardano la sapienza e l’intelletto pratico (φρόνησις, phrónēsis), mentre le seconde derivano dall’abitudine e dal carattere. Per Aristotele, la areté è una disposizione dell’anima che si esprime come giusto mezzo tra due estremi, secondo la famosa teoria della mesótes.
Con gli stoici, la areté diventa l’unico vero bene, identificandosi con la virtù morale perfetta, raggiunta attraverso il dominio delle passioni e la vita in accordo con la ragione e la natura.
L’areté è dunque un concetto complesso e dinamico, che attraversa la storia del pensiero greco trasformandosi da valore eroico a ideale etico e filosofico. In ogni caso, essa indica sempre una forma di eccellenza, che sia fisica, intellettuale o morale.