Grazie dei fior
Meloni al Consiglio europeo: “Riarmo non è la parola adatta: il 74% degli italiani vuole investimenti nella sanità, non nelle armi”. Giusto: quindi avrebbe dovuto bocciare il piano, non chiedere di chiamarlo in un altro modo.
Meloni al Consiglio europeo: “Riarmo non è la parola adatta: il 74% degli italiani vuole investimenti nella sanità, non nelle armi”. Giusto: quindi avrebbe dovuto bocciare il piano, non chiedere di chiamarlo in un altro modo.
Siamo davvero arrivati a un punto nel quale non c’è altra soluzione che ingaggiare un’improbabile gara a chi ha il missile più grosso o la testata più distruttiva?
Meloni si è buttata a capofitto a commentare la sentenza della Cassazione sul caso della nave Diciotti. Non vedeva l’ora di distrarre l’attenzione dei cittadini dal folle piano di spese in armi dopo i commenti massacranti ricevuti.
Questa non è una manifestazione per l’autonomia europea, ma per il riarmo a spese nostre. Non è una dimostrazione di indipendenza dalle grandi potenze, è una dichiarazione di totale subordinazione a Washington.
L’Europa ha scavato la sua fossa con le sue stesse mani, e ora ci dicono che dobbiamo armarci fino ai denti per non finirci dentro.
Viviamo nell’epoca della perfetta neutralizzazione emotiva, della normalizzazione ossessiva. Tutto deve essere neutro, omologato, privo di contrasti.
Non sarà che questo delirio, tanta folle passione per la guerra e per il riarmo, di fronte a minacce veramente poco probabili, sia dovuto sostanzialmente al fatto che le imprese pagano mentre il welfare no?
Torneranno a sventolare le bandiere gialloblù. Erano sparite da un po’, forse perché nel frattempo si stava consumando un genocidio live stream, finanziato e sostenuto dalle nostre tasse, dai nostri voti e dalle nostre politiche nazionali e internazionali.
La tecnologia ha costruito una dipendenza che non si dissolve con un semplice gesto di volontà. L’illusione più grande è pensare di poterla contrastare solo con divieti e regolamentazioni.
Finire il lavoro, dice. Quale lavoro? Lo sterminio? Il genocidio? La riduzione definitiva della Striscia di Gaza a un cumulo di macerie, senza bambini, senza scuole, senza ospedali? Trump non usa giri di parole.
Sono trascorsi ormai 16 lunghi mesi da quando a Gaza è iniziata la soluzione finale che continua ancora adesso. Questi che organizzano manifestazioni a favore di Ursula Von der Leyen…
Anche dal Giappone Mattarella non ha perso tempo per alzare il ditino e sostenere l’insostenibile. Sostanzialmente ci racconta che non è ancora il momento di parlare di pace.
Si tanno mobilitando forze legate a portafogli che sono multipli dei portafogli di Musk e fanno tremendamente sul serio. Stanno riorganizzandosi con rapidità intorno al nuovo folle obiettivo: minacciare la Russia inventando una minaccia russa.
Se l’Italia entrasse in guerra con la Russia, gli italiani scapperebbero come gli ucraini per non andare al fronte.
L’UE deve rafforzarsi per difendersi, ma anche riflettere sull’impotenza della democrazia, in regressione in tutto il continente.
Mentre i comuni cittadini devono chiudere il rubinetto mentre si lavano i denti, la multinazionale americana si abbevera senza rendere conto a nessuno.
di Francesca Vettori Eh, ma certo, perché uno pensa che l’America sia il Paese delle opportunità, il faro della democrazia, il laboratorio del futuro, e invece si ritrova in un…
L’UE corre al riarmo senza strategia, spinta dalla paura di Trump e Putin. Più armi, più debito, più affari per l’industria bellica, meno autonomia vera.
Tutti si armano sempre di più in un periodo di tensioni dicendo che lo fanno per sentirsi più sicuri ma allo stesso tempo rendono il mondo sempre più insicuro dove la miccia si può accendere da un momento all’altro.
Se non l’avessimo sperimentata per 14 anni a suon di governi tecnici e trame quirinalizie, oggi dovremmo piangere per la post-democrazia che dilaga in Europa. Ma continua a raccontarsi e a raccontarci la fiaba della democrazia che combatte l’autocrazia dei Putin e dei Trump.
Deterrenza o escalation? – Solo Orbán non firma. 26 via libera su 27 membri a Bruxelles. Berlino fa votare il vecchio Parlamento e non quello appena eletto
Karl Popper ci aveva avvertiti. E non ieri, ma quasi ottant’anni fa. Ne La società aperta e i suoi nemici spiegava che le democrazie muoiono non tanto per l’assalto dei barbari, ma per la manipolazione interna della verità.
O il vecchio continente impara a essere giovane, dinamico e politicamente autonomo, oppure si rassegni a diventare un museo a cielo aperto per turisti cinesi e americani.
Isolare diplomaticamente Mosca non è più una strategia praticabile, ha dichiarato Keith Kellogg.
L’UE vara un piano da 800 miliardi per la difesa, ma tra veti, ipocrisie e diktat di Trump l’unità è solo di facciata. Orban blocca, Berlino si riarma.
La proposta di Von der Leyen viene approvata, ma la dimostrazione di unità sull’Ucraina è offuscata da Viktor Orbán dell’Ungheria.
E anche la sovranista, patriota e Cristiana Giorgia Meloni si è piegata agli ordini della guerrafondaia Ursula von der Leyen.
Trump, Zelensky e gli europei stanno disperatamente cercando di far digerire al pubblico l’amara verità ed evitare le responsabilità.
Mille studenti universitari sardi ogni anno lasciano la Sardegna. Si iscrivono negli atenei del Continente. O addirittura all’estero. E non ritornano più.
Il vero pericolo proviene da Bruxelles, non da Mosca. I tecnocrati continentali delirano, non gli basta la mazzata ucraina e vogliono buttar via centinaia di miliardi per il riarmo.