Marzo 2025

L’Unione Europea conferma il proprio nichilismo

Anziché giubilare per l’ormai prossima, si spera, fine della guerra, l’Unione Europea vuole che la guerra continui e si schiera saldamente dalla parte di Zelensky contro Trump, che nei giorni scorsi lo ha umiliato e sbertucciato in mondovisione.

Una piazzista per l’Europa

Elly Schlein, la tua piazza per l’Europa somiglia più a un corteo funebre per un’Unione che avete ammazzato voi, impiccandola ai diktat di Washington e seppellendola sotto le macerie delle vostre guerre per procura

Nel retro del saloon

Della scazzottata da saloon alla Casa Bianca sappiamo solo quel che abbiamo visto in mondovisione, non ciò che l’ha scatenata.

Il macchinario (senza filtri) all’opera

Il colloquio alla Casa Bianca tra Zelensky e Trump rappresenta uno di quegli eventi, rari in politica e ancor più rari nelle relazioni internazionali, dove si vede in trasparenza il macchinario all’opera dietro alle recite per il pubblico.

Zelensky il peso morto

Zelensky contesta Trump sulla strategia per la guerra, ignorando il fallimento militare e il rischio di escalation. L’Ucraina paga il prezzo della sua ostinazione.

Fozzagioggia!

Il leader del Paese aggredito, finora difeso ad oltranza dall’UE, è stato umiliato da un presidente USA che l’altro giorno ha definito l’Unione Europea come uno strumento nato per truffare l’America.

La scazzottata tra Trump e Zelensky

Scene da saloon davanti al mondo intero. Invece che firmare l’estorsione sulle terre rare, Zelensky ha provato il colpo di scena dettando condizioni nonostante la disfatta. In cambio si è beccato degli sganassoni in mondovisione.

Voleva essere un duro

Una scena come il match Trump-Zelensky nello studio ovale a favore di telecamere è un unicum nella storia, figlio dell’Èra Donald che sconvolge non solo la sostanza, ma anche le forme della diplomazia mondiale.

Per il ras americano Ucraina ed Europa sono solo comparse

Nuovo medioevo — Scene di caccia e di guerra alla Casa bianca. Davanti a Trump, Zelensky ha cercato disperatamente di difendere le sue ragioni e quelle dell’Ucraina. Ma si è accorto troppo tardi che il famoso accordo sulle terre rare era una trappola per attirarlo a Washington e far rotolare la sua testa sul tavolo del negoziato

La solita politica Usa e getta

Zelensky è stato “accolto”, se così vogliamo dire, da Trump, che lo ha metaforicamente preso a sberle dall’inizio alla fine, rinfacciandogli senza perifrasi edulcoranti tutta la sua nequizia e tutta la sua inutilità politica.

L’indignazione a gettone

Trump alza la voce con Zelensky e tutti i giornaloni, gli intellettuali a gettone e quei maledetti politici servi e guerrafondai a piangere, a rivendicare rispetto e a indignarsi per l’umiliazione.

La memoria di chi non si rassegna all’oblio

Il film di Walter Salles, basato sulla vicenda reale di Rubens Paiva, fa qualcosa che il sistema politico brasiliano ha accuratamente evitato per decenni: riporta alla luce i fantasmi, costringe il Paese a guardarsi allo specchio, a riconoscere le macerie morali su cui ha costruito la sua fragile democrazia.

Le auto non si vendono? Produciamo carri armati. L’idea piace anche al governo italiano, M5s: “Economia di guerra, Meloni chiarisca”

“Si parla moltissimo della riconversione dell’automotive al sistema della difesa, non si può ignorare che la spesa per la difesa e gli investimenti della difesa hanno anche una ricaduta in termini di crescita economica. È l’elemento da cui devo partire, per quanto riguarda gli interessi del mio ministero”, ha detto venerdì il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

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