Prosegue il cammino giudiziario dell’ex Governatore della Sardegna, Christian Solinas
Corruzione su corruzione. Il cammino giudiziario dell’ex Governatore della Sardegna, Christian Solinas, procede su un terreno minato.
Corruzione su corruzione. Il cammino giudiziario dell’ex Governatore della Sardegna, Christian Solinas, procede su un terreno minato.
A Bruxelles e Londra continuano a comportarsi come se fosse il solito Trump fanfarone che fa il duro in pubblico per poi rientrare nei ranghi. Stavolta, però, non è così.
Secondo uno studio commissionato dall’ONU, la felicità non segue più la classica curva a U – con un’infanzia serena, un’età adulta tormentata e una vecchiaia più serena – ma cresce costantemente con l’età. Tradotto: i giovani di oggi sono più infelici di chiunque altro e lo saranno ancora a lungo.
Ora che gli americani hanno voltato pagina e Trump ha fatto capire chiaramente che l’Ucraina non è più un loro problema, i leader europei si guardano spaesati e si domandano: e adesso?
Se alimentare una guerra anziché provare a favorire un accordo vi ha portato nel baratro, qual è la ricetta per risalire la china? Ancora più armi, ancora più guerra, ovviamente!
Ai concessionari Tesla non si presentano clienti ma orde di cittadini inferociti. Brandiscono cartelli contro il nazismo e l’oligarca nero Elon Musk.
Se il cinema è lo specchio della società, gli Oscar di quest’anno hanno riflesso un’immagine piuttosto chiara: il trionfo del cinema indipendente, la progressiva disfatta delle major e l’immancabile dose di ipocrisia politica condita da discorsi edificanti e retorica da salotto progressista.
Ci hanno reso più poveri. In più ci vogliono portare in guerra. E qualcuno chiede ancora “più Europa”!
Il tasso di natalità della Corea del Sud è aumentato per la prima volta in nove anni, dopo che il paese ha adottato una serie di strategie innovative. Tuttavia, avvertono gli esperti, la popolazione continuerà comunque a diminuire.
Hollywood si è presa il lusso di dire la verità. Il che, di questi tempi, è già una notizia. No Other Land, il documentario che racconta la lotta dei palestinesi contro la demolizione delle loro case da parte dell’esercito israeliano, ha vinto l’Oscar.
Alla fine, è andata esattamente come prevedibile: Volodymyr Zelensky si è rimesso in riga, ha accettato la svendita delle risorse minerarie ucraine agli Stati Uniti e ha persino annunciato che potrebbe dimettersi. Ma solo a una condizione: l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.
Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz afferma che Washington vuole un leader a Kiev capace di “trattare con i russi e porre fine a questa guerra”.
Buttare miliardi su miliardi di dollari su Kiev si è rivelata una truffa così colossale che nessuno sembra nemmeno conoscere l’importo esatto.
Si tratta probabilmente dell’ennesimo furto internazionale da parte degli Usa
Queste sono le parole di quella guerrafondaia Ursula Von der Leyen che è stata la prima a comunicare alla stampa quanto appena concordato al vertice di Londra. Una follia, l’ennesima follia di un’Europa guerrafondaia che ha totalmente perso ogni senso di esistere.
Basta uno sguardo mattutino sul Golfo di Trieste per avere un’immagine plastica della catastrofe rappresentata dalla politica europea.
di Fabio Mini Devo confessare l’imbarazzo nel commentare la vergognosa rappresentazione tenuta nell’ufficio del più potente presidente del mondo. Imbarazzo che mi ha indotto a verificare l’intero video per capire…
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Zelensky resta sospeso tra il voler difendere l’Ucraina e il non poter tradire chi gli ha dato fiducia. Per ora tiene duro, per ora resiste. Ma fino a quando?
Oggi a Londra i leader europei si sono riuniti sull’Ucraina. Si parla ancora di armi su armi.
Il film tedesco del 2008, L’onda, mostra come il conformismo generi derive autoritarie. Oggi il controllo sociale si è trasformato, ma l’onda della repressione cresce e travolge tutto.
La storia americana è piena di presidenti che, anziché dare spettacolo in mondovisione, hanno preferito regolare i conti con mezzi più discreti e letali.
Lo spettacolo offerto alla stampa dall’incontro tra Zelensky e Trump sembra emblematico degli ultimi rantoli del mostro: il partito della guerra.
Quello che sta succedendo è che l’Occidente sta conducendo l’Ucraina lungo un sentiero ingannevole, e il risultato finale sarà che l’Ucraina verrà distrutta.
Stanno parlando esattamente di questo: reclutare 300mila nuovi soldati, acquistare 1.400 carri armati, creare 50 nuove brigate, acquistare 2mila veicoli da combattimento per la fanteria e 700 pezzi di artiglieria….
Trump ha scoperchiato il partito della guerra, smascherando i suoi meccanismi e scatenando il panico tra i globalisti. L’UE si arrocca su una bugia pericolosa.
L’indignazione a comando è il tratto distintivo dell’ipocrisia occidentale: se Trump umilia Zelensky, è un pericolo per la democrazia; se invia miliardi di dollari in armi a Netanyahu mentre Gaza muore di fame, nessuno fiata.
Siamo entrati in guerra, però nessuno lo ha mai detto. Nessuno ha mai spiegato quale fosse il nostro obiettivo in quella guerra.
Anziché giubilare per l’ormai prossima, si spera, fine della guerra, l’Unione Europea vuole che la guerra continui e si schiera saldamente dalla parte di Zelensky contro Trump, che nei giorni scorsi lo ha umiliato e sbertucciato in mondovisione.
Guardare l’incontro, non i resoconti: Zelensky ignora il cambio di rotta USA, Trump punta al negoziato con Putin. Il suo tempo sta finendo, e le immagini lo dimostrano.