Odifreddi e Jeffrey Sachs: gli Usa, eredi del nazismo
Coffee Break – La7 (7 agosto 2024)
di Alessandro Orsini – Zelensky apre un nuovo fronte a Kursk ma la strategia solleva dubbi sull’efficacia
Zelensky invade la Russia, scatenando dubbi e critiche. L’Europa, divisa e debole, segue l’America in una guerra che rischia di degenerare oltre ogni limite.
Massimo Recalcati riflette sul lutto, la morte e la nostalgia, proponendo di trasformare il dolore in linfa vitale e di vivere il presente con gratitudine.
Mentre il governo si perde in faccende secondarie, le guerre vere continuano. Tajani e l’Italia dovrebbero smettere di fare promesse vuote e decidere finalmente da che parte stanno.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Nel 2024 l’Italia sprofonda in un nuovo medioevo culturale, con sub-umani che sostengono Vespa e Vannacci, rendendo il paese un luogo peggiore.
L’invasione ucraina in Russia smaschera la menzogna occidentale: non è difesa, ma aggressione NATO per piegare Mosca all’imperialismo USA.
Mentre il mondo celebra le Olimpiadi, in Palestina si consuma un massacro senza precedenti, ignorato da una società che ha perso il senso del giusto e dello sbagliato.
Interferenza degli Stati Uniti in Venezuela: offerta di amnistia per rubare le risorse naturali.
di Giuseppe Salamone Quel buffone di Zelensky non ha nemmeno l’autonomia di decidere quando andare in bagno, perché qualora decidesse di andare senza chiedere permesso ai servizi Usa e UK si ritroverebbe secco dentro la vasca da bagno. Quindi la sortita all’interno del territorio Russo non è farina del suo sacco, bensì del sacco della Nato. A voler essere precisi Zelensky è solo l’utile idiota che manda al macello il suo popolo per gli interessi degli Stati Uniti d’America. Ma questa è ormai una cosa risaputa. Sul fronte ucraino non hanno più niente da chiedere, perdono su tutti i fronti, perdono terreno quotidianamente, non hanno più uomini da mandare al fronte e gli arruolamenti, ovviamente “democratici”, avvengono nei luoghi pubblici a suon di botte, il paese è in bancarotta tanto da non essere riuscito a pagare le cedole in scadenza all’1 agosto e scarseggia financo la manodopera interna. Tradotto: hanno irrimediabilmente perso e non riusciranno a cambiare le sorti della guerra in nessun modo. E quando perdi non ti resta solo che una cosa: il terrorismo. La sortita a Kursk è terrorismo con armi Nato e secondo il volere Nato. Un suicidio militare annunciato che serve solo a far incazzare il Cremlino e a vendere qualche titolone sulla propaganda di regime. Ma le cose stanno molto peggio rispetto a quanto la stampa di regime non racconti, visto che continuano a lodare l’iniziativa dell’esercito ucraino senza rilevare la sua estrema gravità e pericolosità: siamo davanti a un’invasione terroristica della Russia. Lo conferma Zelensky: “Il capo di stato maggiore Sirsky ha già riferito diverse volte oggi riguardo al fronte, alle nostre azioni e allo spingere la guerra nel territorio dell’aggressore”. Se ancora non lo avete capito allora lo dico a parole semplici: la Nato ha appena invaso la Federazione Russa. E se non ci credete, andate a leggere le dichiarazioni della Commissione Europea che sostengono Kiev in questa azione e quelle della Casa Bianca che dicono che questa invasione terroristica rispecchia la loro politica nei confronti del conflitto tra Nato e Russia. Qualche ora fa è stata bombardata la città di Kursk con un missile occidentale, dove è stato colpito un palazzo, civile, di nove piani causando decine di feriti. Ora gli ucraini sono liberi di invadere chi vogliono, dove vogliono e quando vogliono. Ma qui il punto sta da un’altra parte e lo dico a chi continua a controbattere con “si ma la Russia ha invaso l’Ucraina”: questi ci stanno trascinando in guerra perché agiscono per conto anche dell’Italia, con le armi dell’Italia e con i soldi delle tasse dei cittadini italiani. Io non pago le tasse per finanziare una guerra per procura degli Stati Uniti d’America, i miei soldi non devono essere usati per una guerra causata meticolosamente e che se Biden e Johnson non avessero mandato tutto in vacca si sarebbe potuta concludere nel marzo del 2022. Chi non la pensa allo stesso modo, visto che quando non ci sono più argomenti, o ci accusate di essere delle spie del Cremlino e di trasferirci in Russia, è pregato di prendere armi, bagagli ed elmetto e recarsi immediatamente al fronte per difendere la vostra “democrazia” e soprattutto gli interessi dei vostri padroni della Casa Bianca che vi considerano carne da macello e nulla più. Ma a chi ripudia la guerra, vuole rimanere nel rispetto della Costituzione e preferisce il dialogo al suono delle bombe lasciatelo in pace e la parte dei loro soldi destinatela in spese sociali. Maledetti!
Il “Barone rampante” di Calvino unisce narrazione filosofica e avventura, con un linguaggio essenziale e distaccato, superando il realismo ottocentesco
Dopo l’11 settembre, la dottrina nucleare USA evolve, integrando armi nucleari nei conflitti convenzionali. La guerra in Ucraina ne evidenzia i rischi reali.
Mattarella firma la schiforma Nordio, depenalizzando l’abuso d’ufficio e regalando impunità ai potenti, ignorando i rischi costituzionali e le sanzioni UE.
Ucraina fuori controllo: crimini di guerra e terrorismo con l’appoggio dell’Occidente
di Elena Basile Giacomo Gabellini, ricercatore e stimato autore di numerosi libri di geopolitica, ha intervistato l’ex colonnello dell’intelligence svizzera Jacques Baud sul suo canale Youtube ed è stato censurato. Baud è un politologo e scrittore che da anni pubblica saggi di successo sui conflitti in corso alla frontiera orientale dell’Europa e in Medio Oriente. Appare raramente sui media più ascoltati e letti dal largo pubblico in quanto porta avanti una critica documentata della politica statunitense e Nato. Smaschera con prove raramente attaccabili le menzogne della propaganda. Se il libero pensiero scompare anche dai social l’obiettivo della disinformazione totale dei cittadini occidentali sarà interamente raggiunto. Nelle società cosiddette autocratiche si ha contezza che i media e la stampa siano uno strumento del potere. Un russo, un cinese, un turco leggono con beneficio di inventario la stampa nazionale. L’operazione riuscita in Occidente, che fa comprendere come il sogno distopico di Orwell si realizzi con velocità sorprendente, è data dalla fiducia inculcata nella maggioranza della società civile di vivere in Paesi liberi, governati dallo Stato di diritto, in uno spazio mediatico che rispecchia la libera espressione. Vorrei riassumere gli argomenti oggettivi che da tempo illustro per confutare questa falsa sicurezza nostrana. L’ex rappresentante della Politica estera dell’Ue, Borrell, ha stabilito che in Europa non vi sia libero accesso ai media russi. La censura è stata giustificata con l’intento di voler proteggere i cittadini europei dalla disinformazione del nemico. Sappiamo bene che questo è stato ed è l’alibi delle dittature. A esso le nostre più alte cariche istituzionali si sono adeguate, biasimando in numerose occasioni la società civile italiana di farsi plagiare dai cosiddetti filo putiniani. L’epiteto è stato riservato a tutti gli analisti che nell’esame del conflitto russo-ucraino hanno illustrato le dinamiche risalenti agli anni Novanta in grado di provare l’espansionismo strategico e offensivo della Nato nei confronti di Mosca. La maggior parte di questi analisti non ha avuto accesso alle testate e reti che hanno gli indici di ascolto più elevati. Alcuni sono stati diffamati, querelati e linciati pubblicamente con menzogne evidenti. Su Corriere e Repubblica la sottoscritta è stata definita “pseudo ex ambasciatrice”. Basta una semplice ricerca in Internet per verificare come questo insulto diffamante sia una oggettiva menzogna. Con riferimento al conflitto israelo-palestinese si è fatto di peggio. Gli analisti non inclini a giustificare l’occupazione e lo sterminio di innocenti a Gaza quale operazione della civiltà contro la barbarie e come conseguenza del diritto di Israele a difendersi sono stati considerati antisemiti, in alcuni casi querelati per istigazione all’odio. È vero, negli spettacoli televisivi (non li chiamerò programmi come qualcuno vorrebbe) dedicati alla politica vengono ammessi in netta minoranza due, tre, quattro voci del dissenso, molto caratterizzate che servono soltanto a infondere negli spettatori (non sono ascoltatori) l’illusione che tutte le opinioni siano rappresentate. Naturalmente il dissenso ammesso è implicitamente denigrato, deriso. Passa il messaggio subliminale in molti casi che gli analisti fuori dal coro siano cabarettisti, incompetenti, non degni di attenzione da parte dei cittadini perbene e moderati. Le quattro agenzie di stampa internazionali copiano molte volte le veline diffuse dai servizi occidentali e i giornali con copia e incolla diffondono il verbo utilizzando le stesse espressioni. Se confrontate Corriere o Repubblica con La Libre Belgique, Le Monde e persino The Guardian, vedete assonanze inquietanti. Lo stesso accade con poche eccezioni in radio e tv, Rai News, La7 recitano il catechismo caro ai media europei. I pochi consapevoli dello stato abietto dell’informazione occidentale sono costretti a ricercare le notizie in Rete, tv indipendenti, youtuber competenti che intervistano personaggi scomodi da Mearsheimer a Chomsky, a Ilan Pappé, a Moni Ovadia, a Jeffrey Sachs, a Baud, al colonnello Mc Gregor, a ex diplomatici britannici e statunitensi ignoti alle audience dei conduttori di grido europei. Si tratta di una minoranza di autori e utenti consapevoli che non cedono al linguaggio stereotipato e semplificato, alla retorica in base alla quale Biden è un illustre e puro statista mentre Putin o Xi terribili dittatori assetati di sangue, l’Ucraina una democrazia che difende la libertà occidentale e altri luoghi comuni venduti senza vergogna anche da persone colte, istruite, editorialisti stimabili all’opinione pubblica. Ecco perché la notizia della censura a Gabellini mi ha colpito. L’ossigeno si assottiglia.
Stefano è perseguitato per tutta la vita dal colombre, un leggendario squalo, scoprendo solo alla fine che non era un nemico ma un messaggero con un dono.
Meta accusata di censura su Trump e Hamas; Malesia e Turchia reagiscono contro Instagram; X cambia autenticazione presidenziale venezuelana. Manipolazione USA sui social.
Netanyahu, con l’uccisione del capo politico di Hamas, rivela la brutalità della sua politica coloniale verso i palestinesi, mentre la verità sul sionismo emerge globalmente.